ARP-Art Residency Project partecipa a CTAF17

Il progetto di scambio di residenze artistiche del Centro Luigi Di Sarro approda alla Fiera d’Arte di Cape Town. Il partner locale Rainbowmedia è stato infatti selezionato per partecipare nella sezione CULTURAL PLATFORMS della kermesse capetoniana grazie al valore dell’esperienza formativa che ARP ha avviato tra Italia e Sudafrica. Partito nel 2009 e cresciuto di biennio in biennio, Arp-Art Residency Project ha movimentato fino ad oggi 12 artisti tra i due Paesi e collaborato con diversi partner Erdmann Contemporary, SMAC Art Gallery ed Everard Read Gallery e le rappresentanze diplomatiche di Italia e Sudafrica con l’obiettivo di offrire un’esperienza artistica e formativa. Il biennio 2015-2017 che si concluderà a marzo p.v. con la residenza in Sudafrica di Valentina Colella ha visto anche un contributo del MAECI. Lo stand alla CTAF17 ripercorrerà tutte le tappe del progetto dalle sue origini, dando spazio anche alle testimonianze di chi vi ha partecipato, tra i quali vogliamo ricordare Paolo Bini (ARP 2013) vincitore del Premio Cairo 2016.

Premio Cairo a Paolo Bini

Congratulazioni a Paolo Bini, vincitore del Premio Cairo 2016, uno dei più prestigiosi riconoscimenti per i giovani artisti. Il Centro Di Sarro è orgoglioso di questo risultato ottenuto da un artista che ha mosso i primi passi con noi e che è stato selezionato nel 2013 per partecipare al Progetto ARP-Art Residency Project con una residenza di un mese a Città del Capo ed una mostra che ha aperto le porte ad una nuova forma espressiva e all’avventura sudafricana. Per la nostra realtà no profit un grande risultato che premia un giovane e libero talento.

Paolo Bini, 32 anni, ha vinto il Premio Cairo con l’opera “Luoghi del Sé”

L’opera è stata giudicata la migliore con questa motivazione: “All’interno di una ricerca di un nuovo modo pittorico spicca la modalità del processo creativo, nella capacità di utilizzare gli elementi essenziali che compongono il linguaggio con cui è costruito il lavoro”.

Il Centro Luigi Di Sarro – che ha promosso Paolo Bini con una personale a Roma nel 2009, che lo ha poi invitato a partecipare al progetto curato per la XIII Settimana della Cultura Italiana a Cuba, a L’Avana, nel 2010 e ancora lo ha selezionato per ARP, il progetto di residenza curato in Sudafrica, a Cape Town nel 2013 – è lieto di dare notizia dell’evento.

ARP-Art Residency Project: Sulla via di Cape Town, Valentina Colella espone in Italia e in Germania

Inaugura il 17 settembre 2016 alle 18, presso il Museo Laboratorio Ex Manifattura Tabacchi  di Città Sant’Angelo (PE), la personale “… e dopo accadde il bianco!” della giovane artista abruzzese Valentina Colella, selezionata per Arp Project 2015-2017.  La mostra, a cura di Vittoria Biasi, sarà ospitata successivamente presso l’Istituto Italiano di Cultura di Colonia dal 7 ottobre al 7 novembre 2016 e terminerà nel mese di dicembre presso il Museo dell’Emigrante Pascal D’Angelo ad Introdacqua  (AQ).
Il progetto ha il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Colonia, della Provincia de L’Aquila, del Comune di Introdacqua (AQ) e del Comune di Città Sant’Angelo (PE).

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Il mondo della natura nella poetica di Valentina Colella è una dichiarazione di percorso che rimanda a fantasmi, ad eroi, che, sottratti ad ogni proiezione temporale, realizzano la loro libertà nello spazio mentale, emulo di quello aereo. L’artista inizia la sua storia fotografando reti per gabbie, per finestre, come momento di riflessione sull’idea di opposizione che accompagna la vita dell’uomo e sembra “inscritto nella costituzione del mondo”. In “… e dopo accadde il bianco!” Valentina Colella intraprende un percorso focalizzato sulla poiana, un volatile presente in Abruzzo, diffuso in alcune zone dell’Europa. e dell’Asia: ne studia il comportamento, isolando alcune realtà che analizza quasi con il desiderio di possederne la regola. I fogli sovrapposti, intagliati nella progressiva riduzione della silhouette, costruiscono la profondità scultorea del volo. Ogni pagina sembra il tracciato di un’isobara del volo, del suono, dell’imprendibilità dell’essere.

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Il direttore dell’Istituto di Cultura di Colonia Lucio Izzo evidenzia nell’opera di Valentina Colella ‘’un dialogo all‘insegna della contemporaneità e di una concezione di impegno anche sociale dell’arte, che non esclude però le emozioni e la percezione individuale del mistero insito nei luoghi, né la loro intrinseca poesia. In tal senso l’artista dà voce all’Italia di oggi, con il suo radicamento nei territori e nelle origini e al tempo stesso tutta proiettata verso il futuro: è lo spirito che da secoli contraddistingue la nostra cultura e che, nella consapevolezza dell’appartenenza europea, caratterizza la nostra identità odierna e il nostro contributo alla cultura globale”.
“Il titolo della mostra’’, scrive la curatrice Vittoria Biasi, ‘’deriva dalla poetica delle opere che hanno la finalità di raggiungere un oltre, di superare un limite del visibile. Le silhouette, intagliate o dipinte con il procedimento d’iterata ritualità, sviluppano il procedimento in orizzontalità e in profondità per un incontro immaginario invisibile, bianco tra uomo, volatile e spazio. Questo nasce dall’esperienza del reale, da un principio di ricerca, di amore, di fierezza di sé”.

ARP – Art Residency Project PHASE 2: bando per artisti emergenti in Sudafrica

E’ on line sul sito del nostro partner locale RAINBOWMEDIAteam il bando per artisti U35 residenti in Sudafrica che desiderano concorrere al Premio Luigi Di Sarro che sarà assegnato nell’ambito del Progetto ARP il 25 marzo 2017 allo Tsoga Community Centre di Philippi, Cape Town. Il premio è supportato dal Consolato Italiano a Cape Town e sarà consegnato dal Console Alfonso Tagliaferri. Le opere finaliste selezionate dalla giuria presieduta dall’artista Kay Hassan saranno esposte presso la hall del Centro Comunitario dove alle 12 si terrà la cerimonia di premiazione.

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ARP-Art Residency Project PROMO DOC

E’ on line il promo dell’ARP DOC. Il documentario sul progetto ARP 2015-2017 è realizzato da giovani videomakers che interagiscono con gli artisti selezionati per le residenze. Qui un primo assaggio di quello che sarà il DOC che accompagnerà il catalogo del progetto.

ARP Project – Machepha conclusa la Residenza a Roma

Ultime ore a Roma per il 26enne Zwelethu Machepha che ha concluso il suo periodo residenza artistica nell’ambito di ARP. Al Centro Luigi Di Sarro l’ultima intervista da parte della filmaker Angelica Farinelli che per ARP sta realizzando il documentario che racconterà l’intero progetto. Come location, la ‘piazza virtuale’ che le grandi opere di Machepha avevano affollato nella sala centrale dello spazio espositivo del Centro di Documentazione della Ricerca Artistica Contemporanea al quartiere Prati. Tutto intorno, alle pareti e in terra, gli enormi fogli sparsi come le tante figure che hanno affollato le sei settimane di incontri ed emozioni. Dopo l’opening, Machepha ha continuato a visitare la Capitale. Insieme ad Emanuele Meschini, che lo ha accompagnato per l’intero periodo di residenza, ha osservato le diverse architetture dei quartieri, dall’Eur al Flaminio, fino al salotto buono della città, Villa Borghese. Ha visitato il MAXXI, tempio dell’arte contemporanea romana e l’Auditorium Parco della Musica, il Colosseo e gli scavi del Foro romano, infine i Musei Vaticani con la meraviglia della Cappella Sistina.

Nell’ultima settimana infine per il giovane artista sudafricano anche una gita a Firenze grazie all’incontro con lo scultore Nicola Rossini che lo ha guidato nella culla del Rinascimento e accompagnato nella visita all’Accademia di Belle Arti del capoluogo toscano.

Una storia millenaria riassunta in un viaggio di quarantacinque giorni che probabilmente darà i suoi frutti nei mesi a venire. “Avrò bisogno di tempo – ha detto Zwelethu Machepha – per rielaborare la moltitudine di informazioni e sollecitazioni che ho ricevuto. Se ci penso ora mi sento solo sopraffatto”. Rimangono comunque gli incontri, gli scambi umani e artistici, i fili tesi tra mondi non poi così distanti, e alcune opere realizzate durante la residenza, una delle quali dal titolo “Fatta a Roma” rimarrà nella collezione del Centro Di Sarro. Il progetto ARP si prepara ora alla seconda fase. Il Team si trasferirà a Cape Town, in Sudafrica, per la residenza di Valentina Colella, a febbraio 2017.

 

 

 

 

ARP-Art Residency Project FASE 2

VALENTINA COLELLA SELEZIONATA PER LA RESIDENZA ARTISTICA A CAPE TOWN

Mentre si avvia a conclusione l’esperienza del sudafricano Zwelethu Machepha a Roma,  il Centro Luigi Di Sarro e il partner Everard Read Gallery sono lieti di annunciare la selezione per la seconda fase di ARP – Art Residency Project dell’artista italiana Valentina Colella. Nata a Sulmona (AQ) nel 1984,  Colella è un’artista giovane che utilizza l’arte per indagare il mondo dei giovani. Il suo lavoro si concentra nel rapporto tra la realtà, il corpo e i linguaggi digitali. In maniera del tutto differente, attraverso l’utilizzo di varie tecniche,  pittura, fotografia, video, installazioni e mixed media,  approccia il tema della coscienza del reale e dell’identità individuale sempre più spesso sommersa, alterata o addirittura dissolta dalla prepotenza del cosiddetto mondo digitale. Molto del lavoro della Colella in questi anni ha indagato e rappresentato la frantumazione, anche emotiva, dell’animo umano. Valentina Colella è stata ufficialmente presentata al team del progetto ARP  in occasione dell’inaugurazione della mostra che presentava le opere elaborate da Zwelethu Machepa durante la sua residenza a Roma. La Colella ha così potuto letteralmente entrare nella piazza virtuale delle identità frantumate e “pixelate” proposte da Machepha  al Centro Di Sarro, incontro che si ripeterà fra alcuni mesi a Cape Town quando, durante la residenza che la 31enne artista abruzzese terrà nella città sudafricana, i due giovani lavoreranno ad un site-specific a quattro mani. Valentina Colella sarà a Cape Town da metà febbraio alla fine di marzo 2017, e la sua mostra personale si svolgerà presso la Everard Read Gallery. Il progetto ARP coinvolgerà anche in Sudafrica un gruppo di giovani U35 con vari progetti formativi in diverse discipline artistiche.

V.Colella - volo nel vuoto alla ricerca del pieno (2015)
V.Colella – volo nel vuoto alla ricerca del pieno (2015)

 

 

 

 

 

 

 

V.Colella – flight lucky (2014)

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COLONIAL GHOSTS – Zwelethu Machepha

 

COLONIAL GHOSTS – ZWELETHU MACHEPHA

a cura di EMMA VANDERMERWE

La mostra Colonial Ghosts raduna i differenti mezzi  espressivi  del giovane artista sudafricano Zwelethu Machepha. Attraverso disegno, pittura e incisione Machepha cattura – sia nel figurativo che nell’astratto – le storie e i linguaggi del mondo che lo circonda. Un codice espressivo “pixelato” e ridefinito attraverso patterns che è simultaneamente una denuncia del mondo digitalizzato con il quale ci confrontiamo ogni giorno, ma è anche una puntigliosa ricerca dei colori e degli stili che potrebbero assimilarsi alla sua cultura ereditaria originale.

Un forte dialogo e contrasto si crea fra le recentissime piccole figure dai contorni sottili, in bianco fluorescente, e le grandi figure a più pannelli della serie Colonial Ghosts che popolano la sala centrale, una sorta di piazza virtuale e digitale dove entrando ci si mescola ad una umanità sconosciuta. E tutto questo spiega bene il processo di sperimentazione dell’artista: originariamente basato su interpretazioni letterali dei suoi soggetti umani – e l’essenza di questa umanità traspare dalle opere esposte – ma poiché l’artista guarda oltre i riferimenti visivi, quei soggetti vengono ridotti alla loro essenza astratta. Rispondendo quindi alla vitalità degli spazi urbani con i quali Machepha è entrato in contatto, nuove figure sono apparse nella sua piazza virtuale, ciascuna con una propria e diversa identità e sono proprio queste nuove presenze che si percepiscono muovendosi da un ambiente all’altro: presenze umane che tendono a perdere gradualmente la loro forma riconoscibile. Machepha spiega che la sua è una ricerca di identità in un ambiente sempre più globalizzato che accelera così tanto da farci perdere le radici e la conoscenza di noi stessi. Un’esperienza di frantumazione identitaria che il pubblico proverà direttamente di fronte alle figure che rimangono riconoscibili da lontano ma si dissolvono e si scompongono in linee e patterns non appena si cerca di avvicinarle.

Al termine della residenza a Roma Machepha ha deciso di includere nella mostra due nuove grafiche, nate dal confronto avuto con Alessandro Fornaci alla Stamperia del Tevere. Qui, è l’emotività ad aver preso il sopravvento. La forma figurativa si è definitivamente dissolta, non c’è più nulla di letterale nell’umanità che l’Artista ritrae, ma tutto si racconta attraverso la moltitudine dei segni. Un paesaggio ridefinito appunto in patterns che hanno le stesse radici millenarie dell’antica Roma. (Emma Vandermerwe – Everard Read Gallery, Cape Town)

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ARP Project – La residenza come conoscenza partecipata

Sono passate ormai tre settimane dall’arrivo di Zwelethu Machepha da Johannesburg a Roma e dall’inizio della sua residenza artistica nella capitale.

“In queste settimane passate a Roma mi considero davvero fortunato per essere stato immerso nella ricchezza e nella bellezza di questa nazione. Ho visto uno scenario affascinante. La storia che questi monumenti esprimono è carica di un’identità che è davvero difficile da trovare da dove provengo” dice Machepha, che sta preparando la mostra con cui concluderà la residenza a Roma, il 31 maggio alle 18 al Centro Luigi Di Sarro.

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Sono state tre settimane piene, coinvolgenti e sempre in movimento. ARP – Art Residency Project prevede infatti che gli artisti selezionati per la residenza vivano un quotidiano incontro con Roma intesa tanto nel suo aspetto storico-archeologico quanto in quello più contemporaneo. Oltre infatti, ai Fori e al Colosseo, l’Ara Pacis e il Pantheon, l’incontro di Machepha con l’arte contemporanea e la scena romana si è “consumato” giorno dopo giorno attraverso studio visits e openings. La residenza, seguita dall’inizio dalla squadra di giovani operatori culturali nei vari ruoli previsti dal progetto ARP – Emanuele Rinaldo Meschini, Angelica Farinelli e Giorgio Cristiano – si è costantemente arricchita di presenze andando a costituire una serie di relazioni e una sorta di gruppo pronto ogni volta a interagire con l’artista. Intorno a Machepha hanno infatti iniziato a riunirsi e incontrarsi artisti e curatori che a loro volta hanno offerto altri percorsi e incontri. E’ il caso di Giulia Lo Palco, che a sua volta ha aperto la strada al laboratorio di incisione “Stamperia del Tevere” diretto da Alessandro Fornaci, presso il quale ogni fine settimana Machepha lavora sulle proprie lastre. Gli studio visits ci hanno portato da Giuseppe Pietroniro e Marco Raparelli artisti già noti nel panorama italiano, e da Leonardo Petrucci e Giovanni De Cataldo al Pastificio Cerere.  Machepha non si è confrontato solo con artisti romani, ma anche con artisti in residenza presso le diverse accademie straniere, come Damien Duffy e Joseph Griffiths ospitati in questo periodo a Roma presso la British Academy.

Gli opening ai quali Machepha ha partecipato sono stati numerosi, quasi uno al giorno. Dalla personale di Vittorio Schillaci presso la galleria Operativa di Carlo Pratis, alla collettiva Studio System degli artisti in residenza all’American Academy, alla mostra di Camille Henrot alla Fondazione Memmo, passando per le tre serate finora organizzate dallo spazio Q13 di Carlo Caloro. Qui, in una zona come il quartiere Aurelio lontana da ogni tratta turistica, Machepha è entrato in contatto con diversi artisti giovani e indipendenti ed in particolare con Stefan Nestoroski,  macedone di origine, ma di formazione italiana.

Numerose sono state anche le visite ai musei di cui Roma è ricca. Fino ad ora, il progetto ARP ha accompagnato Machepa alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, al Macro e al Museo Luigi Pigorini. Tra le opere d’arte pubblica, il gruppo ha partecipato ad una preziosissima visita guidata da Sara Spizzichino (image researcher, CO-Team Captain Shadow Puppets per il progetto Triumphs and Laments) alla monumentale opera di William Kentridge sui muraglioni del Tevere, guarda caso un altro artista sudafricano stregato da Roma.

 

ARP Project – Let’s start with the residency

Martedì 3 maggio è iniziata ufficialmente la residenza dell’artista sudafricano Zwelethu Machepha (Johannesburg 1990). Durante questo periodo Machepha entrerà in contatto con artisti e curatori della scena romana, scoprirà la storia e i monumenti della città eterna, visiterà i principali musei, ma anche la scena dell’arte indipendente e le periferie, che disvelano una diversa immagine della metropoli tanto amata dai turisti. Scopo di questa residenza è il dialogo culturale, la possibilità per un artista giovane di venire in contatto con quelle differenze che possano portare ad una crescita professionale e umana. Accanto a Zwelethu Machepha, lavorano al progetto un gruppo di altri giovani operatori culturali con diverse specificità artistiche, che contribuiranno a rendere la residenza una full immersion nella città. L’opening della mostra che concluderà la residenza sarà il 31 maggio presso il Centro Luigi Di Sarro.

Zwelethu Machepa  è sotto molti aspetti la personificazione della giovane generazione di artisti urbani Africani. Indagando su differenti media – disegno, pittura, grafica, scultura e arte performativa, esprime ciò che osserva, metabolizza e vive.

Il suo lavoro si incentra sul tema della contro storia e del colonialismo inteso come appropriazione d’identità da parte dell’altro.

Scrive la curatrice Emma Van Der Merwe della Everard Read Gallery di Cape Town: Zwelethu ha compiuto un percorso che vede lo stampatore e ritrattista trasformatosi in osservatore della varia e numerosa popolazione che anima i paesaggi africani, grazie alla profonda e personale conoscenza che ha delle forme, sia figurative che astratte, che sono il tema base del suo ultimo corpo di opere dal titolo “Colonial Ghosts” che qui a Roma cercherà di mettere in dialogo con una differente realtà. Scopriremo nella mostra al Centro Di Sarro, quanto e cosa l’artista avrà tratto dal  travolgente percorso di conoscenza e crescita maturato durante il suo soggiorno romano. I lavori che si definiranno grazie all’immersione in un mondo “altro” lo porteranno ad rivedere anche il dialogo fra se stesso e il suo lavoro, il suo linguaggio e i suoi pattern che saranno portati ad assorbire le energie delle architetture, dei colori e della gente di Roma”.

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Zwelethu Machepha
Zwelethu Machepha