In mostra le opere di Elena Giustozzi, Serena Vallese e Michele Carbonari, vincitori rispettivamente delle edizioni 2021, 2020 e 2019. Opening 27 maggio alle 18.
Il Centro Luigi Di Sarro, in collaborazione con il CeSMa (Centro Studi Marche) e in linea con la sua quarantennale attività di promozione di giovani talenti a livello nazionale e internazionale, accoglie nei suoi spazi espositivi i vincitori delle ultime tre edizioni (2019 – 2021) del Premio Pannaggi/Nuova Generazione, un’iniziativa dell’associazione “Amici di Palazzo Buonaccorsi” di Macerata a sostegno dei giovani artisti per la promozione dell’arte contemporanea nelle Marche e in Italia.
La mostra si offre come un osservatorio privilegiato sull’arte contemporanea attraverso le opere di tre giovani talenti. Un’esposizione dunque a tre voci che nel confronto per opera scandaglia i linguaggi del visivo, ne squaderna le diverse modalità espressive, assolutamente originali nel loro essere modulate su spartiti creativi che ciascuno raccorda ai propri ritmi esistenziali. Concrezioni in forme e immagini di visioni che scandiscono il rapporto sempre problematico e sempre da costruire con il reale, che tuttavia, proprio nel suo perseverante sfuggire alla presa, alimenta costantemente di nuova energia l’orizzonte dell’immaginario.
Elena Giustozzi (Premio Pannaggi 2021) – nata a Civitanova Marche (MC) nel 1983, vive a Senigallia (AN) – attraverso INSIDE propone la visione liquida di un microcosmo imprigionato in pochi centimetri d’acqua che l’alta qualità della pittura e il dispositivo ottico consentono di abitare nella profondità fluida e silenziosa di un “giardino in movimento e senza fine” come la vita cosmica.
Serena Vallese (Premio Pannaggi 2020) – nata a Giulianova (TE) nel 1981, vive e lavora a Montone (TE) -presentaFOGLIA-ME, un lavoro colto e meditato che sonda il tema della fragilità del vivente realizzato con materiali altrettanto fragili come carta, gesso, povere, pasta di cellulosa e modulato sul bianco pervasivo e assorbente “abbagliante d’attesa”.
Michele Carbonari (Premio Pannaggi 2019) – nato a Recanati nel 1980, vive e lavora a Macerata -conTHE LAST IMAGE mette a punto una figuratività che parla delle cose del quotidiano sublimate dalla luce della pittura, capace di donare dignità di singolare esistenza anche agli oggetti più anonimi e muti rivelando “epifanie dell’invisibile”.
Giustozzi_Vasca#3, 2019, olio su tela, diametro 80 cm
Vallese_Foglia-me, 2021, pasta di cellulosa, installazione (part.)
Carbonari_Trittico.Ombrellone nello studio, 2019, olio su tela, pannelli sx e dx 120×90 cm, pannello centrale 120x100cm
Il Centro Luigi Di Sarro riprende la sua attività espositiva con la mostra L’inattuale curata da Simone Azzoni. Il progetto pensato come una ricognizione tra gli archivi e un’indagine sulla non-contemporaneità, è una selezione che evidenzia ricorrenze, ritorni nelle pratiche e nei contenuti del presente. Da una parte la ricerca delle avanguardie che segna il passo della sperimentazione, dall’altra la necessità che quella ricerca si sedimenti in forme predisposte all’oggi.
L’inattuale è dunque una risposta anacronistica alla spinta progressista della ricerca linguistica, un baluardo all’ambiguo connubio contenuto-ricerca per affermare nelle pieghe del periferico, un eterno presente che, ricorrendo ai modi e alla tecnica dell’artigianalità storica, ripropone l’urgenza di una distanza dai fatti e di un tempo che con quei fatti sia relazione.
“È veramente contemporaneo colui che non coincide perfettamente con esso né si adegua alle sue pretese ed è perciò, in questo senso inattuale”, scrive Nietzsche, “ma, proprio per questo, proprio attraverso questo scarto e questo anacronismo, egli è capace più degli altri di percepire e afferrare il suo tempo”. L’artista contemporaneo non può sfuggire al suo tempo ma può sperimentarne un’inedita relazione. L’artista contemporaneo non combacia, non collima, non aderisce al suo tempo ma in una dislessia periodica e sfasata trasforma l’anacronismo in uno sguardo fisso sul buio, sia esso quello della memoria, della materia, dell’identità o della natura dell’oggetto.
“Tutti i tempi sono, per chi ne esperisce la contemporaneità, oscuri”, scrive Agamben. “Contemporaneo è, appunto, colui che sa vedere questa oscurità, che è in grado di scrivere intingendo la penna nella tenebra del presente”. Per farlo occorre accecare la luce del secolo e i suoi bagliori ingannevoli. Tenere fisso lo sguardo nel buio sapendo che nel buio può accadere qualcosa che si può solo mancare. Un appuntamento con una luce che si ritrae ma che richiede una puntualità di riconoscimento.
L’artista contemporaneo sta così nella discontinuità, nell’inattualità in quel non essere più dopo averne colto una profezia.
In mostra: Enrico Fedrigoli e Fabio Moscatelli e (dalla Collezione dell’Archivio del Centro Luigi Di Sarro) Jacopo Benci, Paola Binante, Carla Cacianti, Karmen Corak, Pietrantonio P.D’Errico,Ada De Pirro, Xavier Martel, Sergio Pucci, Yannick Vigouroux.
Ieri il vernissage, dal 18 al 20 porte aperte al pubblico. Dopo due anni di fermo dovuti alla pandemia da Covid19 il vivacissimo mondo dell’arte contemporanea si ritrova a Cape Town per la fiera più importante e internazionale del Sudafrica.
E’ in preparazione la 3a Edizione del Premio ideato e promosso dal Centro Luigi Di Sarro dedicato agli artisti che sperimentano nell’ambito della video arte tra l’Italia e il Sudafrica.
In un momento così delicato causato dal perdurare della pandemia vogliamo insistere sulla necessità di non fermarsi, di continuare a tenere vivi quei fili che nutrono e arricchiscono la creatività e insieme offrire una nuova occasione di promozione e visibilità ai lavori che il VAA ha selezionato e premiato tra il 2018 e il 2019.
L’appuntamento è per l’8 DICEMBRE 2021 alle ore 16 italiane nell’ambito delle iniziative per la Giornata del Contemporaneo in Italia e nel Mondo: il Centro Luigi Di Sarro e l’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria presentano Oltre il corto: webinar, un dialogo a distanza fra Italia e Sudafrica con i protagonisti del Premio VAA che incentiva e promuove la produzione di opere che utilizzano l’immagine in movimento. L’incontro sarà aperto dal messaggio dell’Ambasciatore italiano in Sudafrica Paolo Cuculia testimonianza di quanto importanti siano i progetti di scambio che incrociano idee e culture. A conclusione dell’evento sarà aperta e pubblicata la nuova Call. La 3°Edizione del VAA annovera un nuovo prestigioso partner GRENZE.Arsenali Fotografici, il festival di fotografia sperimentale di Verona che ospiterà la selezione dei finalisti e gli artisti vincitori.
Sulla piattaforma web https://vaa.webinars.zone/ è stato creato un archivio delle due edizioni del VAA svolte negli anni passati, sarà possibile iscriversi gratuitamente al webinar o anche solo scoprire i 20 protagonisti delle due edizioni del Premio, ovvero le due Top 10 dei lavori che la giuria ha selezionato e tra cui ha identificato i vincitori.
Chiusa la CALL per partecipare alla 3° Edizione del VAA-VIDEO ART AWARDS promosso dal Centro Di Sarro con l’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria e il Festival Grenze Arsenali Fotografici di Verona.
3a Edizione di Grenze – Arsenali fotografici La fotografia internazionale e contemporanea a Verona. Vernissage 11 Settembre h.18 (ingressi scaglionati e con uso di mascherine protettive in base alle norme anti-Covid19)
Il festival organizzato dall‘Istituto Design Palladio, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Verona – Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri e il patrocinio di Università IUSVE, si svolgerà presso l’Arsenale e in molte altre location della città di Verona dal 9 settembre al 2 novembre 2020.
La direzione artistica e la curatela del festival sono di Simone Azzoni, docente e critico d’arte, Francesca Marra, fotografa, e Arianna Novaga, docente e studiosa di fotografia.
Il tema di quest’anno è Als Ob, “come se”. In tedesco è dubitativo: forse è così, è come se lo fosse e quindi, prima o poi, lo sarà, altrimenti pazienza. “Come se” è una profezia che si auto-realizza. Si proietta nella realtà un’ipotesi e la si vive come se fosse vera. Il “come se” è una supposizione che, per il solo fatto di essere stata pronunciata, genera l’evento: poco male che sia vero oppure no. Als Ob apre scenari verso realtà possibili, misura e altera la distanza tra il visto e il vedente.
Sette le location espositive che accoglieranno i fotografi dell’edizione 2020:
– Arsenale Militare
– Spazio Arte Pisanello
– Biblioteca Civica Verona
– Teatro Laboratorio
– Shy Gallery 33
– Isolo17
– Museo Scienze Naturali
Inoltre i fotografi della sezione Off saranno ospitati presso:
– Autobus d’epoca ATM – In bus
– Libreria Pagina12
– Bar Sipario
Fitto il programma dell’edizione di quest’anno, tra appuntamenti in città e fuori le mura. Presso l’ex Arsenale Militare, sede principale del festival, il Pad 20/1 ospiterà dal 9settembre al 14 settembre: Archivio Luigi Di Sarro (L.Di Sarro fotografia sperimentale degli anni ’70), Jacob Balzani Lööv (Armenia Azerbaijan Sports), Silvio Canini (Cosa cerchi, il mare?), Gianluca Camporesi (Visioni di Ipercorpo), Daniel W. Coburn (The Hereditary Estate), Enrico Fedrigoli, Brian McCarty (War-Toys), Rowshanbakht Hossein & Hassan (The Wall Collection), Stefano Mirabella (DOM) e Alessandro Secondin (Il numero secondo)
Sempre in Arsenale, in collaborazione con il Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri verrà presentata una selezione di fotografie di Franco Fontana, Greg Gorman, Michael Kenna, Daniel Lee, Giuseppe Pino, Ferdinando Scianna, Tazio Secchiaroli, Enzo Sellerio, Oliviero Toscani, e Jerry Uelsmann, provenienti dall’archivio degli Scavi Scaligeri.
All’interno dell’Arsenale, per l’intera durata del festival, sarà allestito anche uno spazio dedicato all’editoria fotografica indipendente.
Presso lo Spazio Arte Pisanello, dal 10 al 21 settembre, si terrà la mostra di Mike Crawford Obsolete and Discontinued, un progetto che si fonda sull’idea di restituire nuova vita alla fotografia analogica, considerata da molti obsoleta. Grazie al recupero e al riciclo di vecchi materiali da molto tempo fuori produzione e destinati al macero, la fotografia d’autore viene salvata dall’intervento dello stampatore inglese, impegnato nell’ambito dell’ecologia e della sostenibilità. La mostra è stata esposta a Barcellona, Colonia, Londra, Lubiana e Napoli.
Un autobus d’epoca dell’Associazione Inbusclub, parcheggiato sul piazzale dell’Arsenale durante il festival, ospiterà i fotografi Off selezionati attraverso una call internazionale.
Presso la Biblioteca Civica, dal 5 al 12 ottobre, si potrà inoltre visitare la mostra fotografica di Kevin Horan, che ritrae in studio capre e pecore.
Dal 16 fino al 25 settembre, presso ShyGallery33 di via XX settembre, sarà esposto il progetto Dolomites Stories, di Alessandro Cristofoletti.
Presso la Galleria Isolo17 di via XX settembre, dal 16 ottobre al 2 novembre, sarà esposta Cuando el recuerdo se convierte en polvo, del cubano Ricardo Miguel Hernandez e Interpose di Eolo Perfido
Numerosi anche gli eventi collaterali in varie sedi della città e fuori le mura:
L’8 ottobre alle ore 16.00, presso il Museo di Scienze Naturali, si terrà un talk dal titolo: Ho parlato ad una capra. La poesia del quotidiano nelle fotografie di animali e piante. Relatori il critico e giornalista di Repubblica Michele Smargiassi, l’editore Valentina De Pasca e la scrittrice Giulia Mirandola.
Il 15 settembre alle ore 21.00, il musicista elettronico Vincenzo Scorza terrà presso il Teatro Laboratorio una performance audio-video dal titolo: Isola – liveset per suoni inesatti e fotoni erranti. L’intervento artistico è in collaborazione con il festival perAspera.
Il 12 settembre, presso l’ex Arsenale militare alle ore 14.30, l’avvocato Toti Bellastella, terrà una conferenza dal titolo La fotografia e il diritto d’autore.
Anche nella terza edizione, Grenze mantiene la sua identità legata alla formazione ed educazione e durante l’intera giornata del 12 settembre la fotografa Yvonne De Rosa di Magazzini fotografici di Napoli, sarà disponibile per Letture Portfolio gratuite che si terranno nella sede principale.
Due i Workshop inseriti nel programma del festival: quello con Eolo Perfido a cura dell’Associazione NESSUNO[press] e quello con Valeria Pierini.
Grenze, inoltre, è anche fuori porta in Trentino e in Emilia.
Quest’anno il Festival ha stretto collaborazioni con realtà ed eventi in Emilia Romagna e in Trentino: a Bologna, ha partecipato al Festival Art and The City con il progetto The Flutter MtF/ FtM di Giorgia Chinellato, realizzato nel 2018 su commissione del festival;
a Trento, invece, ha esposto Dauðalogn di Andrea Roversi presso Trentino Impact Hub. Sempre a Trento, presso la Libreria due punti, verrà ospitato Nostos di Fabio Moscatelli. Presso la stessa libreria trentina, per la durata della mostra sarà aperto anche uno spazio fanzine.
Grenze è un Festival no profit ma è reso possibile dall’importante presenza alcuni partner amici.
Sostenitori: Fondazione Zanotto, Flos, Mail Boxes ETC, Cartongraph Gallerie Partner: Isolo17, Magazzini Fotografici, Centro Documentazione della Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro
Sponsor tecnici: E-Graphic, Art Verona 2020, Teatro Scientifico, Museo Diocesano d’Arte, Associazione Are We Human, IC09 Valerio Catullo, Nessunopress, Incontridifotografia, Libreria Due Punti, 5Continents Edizioni, Trentino Impact Hub, e Domini Veneti
Le stampe delle foto sono possibili grazie a Samuele Mancini e Canson
La comunicazione del festival è interamente pensata e progettata dagli studenti del corso di Scienze e Tecniche della Comunicazione grafica e multimediale dello IUSVE, coordinati dal docente Stefano Torregrossa.
Le esposizioni presso l’ex Arsenale Militare (Padiglione 20/01 e autobus) e spazio Arte Pisanello saranno aperte durante le giornate del festival dalle ore 10.00 alle 19.00 e sono ad ingresso gratuito. Per le altre location si vedano gli orari delle singole sedi.
Le informazioni aggiornate quotidianamente sul festival si trovano su www.grenzearsenalifotografici.com
Dipinti e carte realizzati da Enzo Cursaro in questi ultimi anni, dai quali si evince un marcato interesse per il segno come cifra espressiva che trova nell’intreccio, una trama narrativa carica di riferimenti attinti alla sfera antropologica. “In gioco v’è la cifra della sua identità esistenziale, del suo legame con i luoghi natii, con Paestum e il suo mistero. Attica è innanzitutto il panorama che si apre ai suoi occhi quando, dall’alto del suo studio, spaziano sulla distesa della piana che accoglie la città magnogreca spingendosi verso ovest, fino a traguardare Capri. Attica come ricongiungimento con le proprie origini, con la memoria, con la vitalità del primo incontro con il segno”.
Enzo Cursaro nasce a Paestum nel 1953. Studia a Napoli dove, presso l’Accademia di Belle Arti, segue i corsi di Domenico Spinosa e si diploma nel 1978. In quegli anni il suo interesse si orienta verso composizioni astratto-informali, che riprenderà poi negli anni novanta. Nella seconda metà degli anni settanta, appena uscito dall’Accademia di Belle Arti, inizia il suo rapporto con la storica Galleria d’Arte San Carlo diretta da Raffaele Formisano, entrando così a far parte attiva di un gruppo di artisti appartenenti all’area del Mezzogiorno. Per circa trenta anni (1983-2012), vive stabilmente a Verona, dove insegna storia dell’arte e discipline pittoriche presso le scuole statali. Dalla metà degli anni Ottanta espone soprattutto in ambito europeo. Da alcuni anni è tornato a Paestum dove vive e lavora.
Alessio Barchitta, Giulia Fumagalli, Salvador Gomez, Grace Mokalapa, Zana Masombuka and Viktoria Nianiou concludono il loro viaggio con Arp-Art Residency Project alla Investec Cape Town Art Fair, co-existence è l’allestimento dei lavori prodotti durante le 6 settimane di residenza fra Cape Town, Granada e Roma.
co-existence è un esperimento di condivisione di vita, identità personale e sociale, spazio e immaginazione.
Esistiamo gli uni accanto agli altri ma spesso senza mai prender coscienza della presenza di altri accanto a noi, senza conoscere né comprendere, muovendoci in uno spazio fatto di oggetti ed emozioni che al di là della nostra coscienza compongono la scenografia della nostra realtà quotidiana.
Co-existence non è la somma degli individui, ma il risultato di questa addizione.
Co-existence significa appunto condividere e riflettere sulla nostra identità in termini di cultura, tradizione, genere, ambiente. Il punto è: come possiamo realizzare una fruttuosa co-esistenza senza disconoscere il bagaglio di eredità e opportunità che proviene dal retroterra e dal percorso di vita di ciascuno?
Questo esperimento si è svolto in tre tappe di viaggio, di incontro e di ricerca: Cape Town, Granada e Roma. (Alessandra Atti Di Sarro – ARP Director)
Giulia Fumagalli e Alessio Barchitta per l’Italia, Viktoria Nianiou e Salvador Gomez per la Spagna, Zana Masombuka e Grace Mokalapa per il Sudafrica, sono i 6 giovani artisti vincitori di ARP 7Edition. Dal 14 Dicembre 2019 al 18 Gennaio 2020 saranno i protagonisti di co-existence, la mostra finale che conclude il progetto di residenze tra Cape Town, Granada e Roma.
Il programma di residenze internazionali del Centro Luigi Di Sarro, realizzato con il contributo del MAECI e di Media Aid Onlus, e con la collaborazione di Suburbia Contemporary Art e Rainbow Media Npo, si rivolge a giovani artisti sotto i 30 anni. Dal 2009, quando sono cominciati gli scambi fra Italia e Sudafrica, grazie a questo programma hanno viaggiato fra i due paesi oltre 20 artisti.
Cape Town, Granada e Roma saranno le tappe della nuova edizione, la Settima, che tra No- vembre e Dicembre 2019 proporrà una nuova formula al Talent Exchange: un percorso itine- rante nel quale svolgere un proprio progetto di ricerca in dialogo costante con i luoghi e il gruppo.
I partecipanti hanno storie e percorsi artistici differenti: arrivano da Milano Giulia Fumagalli e Alessio Barchitta, ma lui è nato in Sicilia; Salvador Gomez viene da Barcellona, mentre Viktoria Nianiou ha studiato in Spagna ma è nata in Grecia; Grace Mokalapa e Zana Masombuka infine vivono entrambe a Johannesburg.
ARP quest’anno punta sul co-create racconta il Direttore di ARP, Alessandra Atti Di Sarro -, vogliamo spingere i giovani artisti ad uscire dalla propria comfort zone e a confrontarsi, in particolare con il tema dell’identità, in tutte le sue possibili declinazioni. ARP non è solo un ponte culturale, questa volta, con la formula della residenza itinerante tra Europa e Africa, cerchiamo di spingere l’Arte fuori dai consueti schemi, in territori inesplorati. Il tema del programma è co-existence, nel senso più completo del termine.”
Prosegue il viaggio dei 6 artisti vincitori della settima edizione della residenza ARP. Dopo Cape Town nuova tappa in Granada Spagna grazie alla collaborazione di Suburbia Contemporary Art.