La premiazione si è svolta in una caotica, affollata e allegra festa italiana dell’arte allo Tsoga Centre di Philippi, Cape Town.
L’evento, realizzato dal Centro Luigi Di Sarro con il contributo dell’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria e la collaborazione di Rainbow Media NPO, ha offerto ai partecipanti l’occasione di scoprire la vibrante scena artistica della township in un susseguirsi di video proiezioni all’interno del centro comunitario di Samora Machel gestito dai giovani di Ubuntubethu.
Su quattro schermi i corti finalisti del VAA, selezionati dalla giuria di esperti. Nel corso della festa è stato presentato il vincitore della sezione italiana, Luca Coclite che ha ottenuto il premio-viaggio per il Sudafrica ed è atterrato a Cape Town per partecipare alla premiazione. In mostra anche i finalisti della sezione sudafricana il cui vincitore Kamyar Bineshtarig otterrà il viaggio premio in Italia per partecipare in settembre al Festival Internazionale CortoLovere sul Lago d’Iseo, durante il quale saranno mostrati nuovamente i 10 video finalisti.
Luca Coclite, vincitore della categoria italiana, proviene da Gagliano del Capo, in provincia di Lecce. La sua opera, Solitary Gardens, è ispirata al lavoro di Elaine Summers, Fantastic Gardens (1964). Il video è diviso in tre parti diverse, attraverso il “giardino”, metafora della ricerca di felicità e perfezione, e che ci conduce attraverso una grande varietà di luoghi famosi nella città di New York che rappresentano un’individualistica e solitaria immagine della condizione umana. Il film è composto da “Human Botanical Garden”, “Un giorno tutto ciò che vedi sarà invisibile” e “Anti-Souvenir”, che ritraggono una realtà instabile che passa dal paradiso terrestre a illusione. Qui, la solitudine dell’Atrio del Giardino d’Inverno, l’artificialità del Prospect Park di Brooklyn, i diorami dei musei scientifici e, infine, il deterioramento degli oggetti dimenticati nella Dead Horse Bay ci portano, nella terminologia di Rilke, “dal mondo visibile” verso qualcosa di senza tempo, interiore e “invisibile”.
Kamyar Bineshtarigh, vincitore della categoria sudafricana, è uno studente della Ruth Prowse School of Art di Città del Capo. Il suo cortometraggio, Shelter è ispirato dall’osservazione dei senzatetto che usano cartelloni per dormire nelle strade di Città del Capo. “Trovavo ironico che i manifesti che raffiguravano le promesse del governo per una vita sostenibile per i poveri, fossero, in effetti, usati dai poveri per un sonno più confortevole sulle strade”, spiega Binestarigh. Chuma, l’attrice nel film, è una compagna di corso alla Ruth Prowse ed era un’artista senzatetto che ha iniziato a disegnare bruciando pezzi di legno per trasformarli in carboncino e disegnare ritratti di altri senzatetto attorno a lei. Chuma ha anche contribuito a sviluppare il concetto del corto in modo che fosse più vicino alla realtà di un senzatetto nelle strade di Città del Capo, e ha introdotto Bineshtarigh ad altri artisti senzatetto, compresi i trombettisti del film.
La proiezione di tutti i video finalisti si svolgerà nuovamente in Italia durante il festival CortoLovere (24-29 settembre 2018).
Sezione italiana:
8’20 “- On Time Travelling, di Ilaria Biotti
SOLITARY GARDENS, di Luca Coclite
MIGRATION, di Gilda Li Rosi
MANI NOSTRE/Talking Hands, di Caterina Pecchioli
ENTRA IN QUESTA FERITA ° il dolore da bruciare è la porta da spalancare, di Michela Tobiolo
Sezione sudafricana:
NOBODY WANA SEE US TOGETHER di Nonkululeko Chabalala
AQUA REGALIA di Faith XLVII
CONCERNING ALCHEMY di Rory Emmett
SALT di Thania Petersen
SHELTER, di Kamyar Bineshtarigh