Corpus. La ricerca fotografica di Samantha Marenzi. A cura di Simone Azzoni e Marco Rapaccini. 11 Marzo – 1 Aprile 2023

Vernissage 11 Marzo 2023 ore 18,00. La mostra è organizzata dal Centro Di Sarro con Grenze Arsenali Fotografici (Verona) e Officine Fotografiche (Roma). Samantha Marenzi, docente al DAMS dell’Università Roma 3, è specializzata in fotografia analogica e tecniche manuali di stampa. Corpus è un progetto in tre stadi di passaggio, tre tappe alchemiche, tre nuclei linguistici e materici che raccontano la relazione tra immagine e Butō, fotografia e danza, arti visive e arti performative.

“Ho sempre utilizzato soltanto la fotografia analogica, e con i progetti legati alla presenza e alla corporeità ho iniziato la mia sperimentazione sulle tecniche antiche di stampa. Un processo lento e lungo di creazione dell’immagine, organico ai tempi e ai silenzi del lavoro sul corpo, un corpus”.
In una relazione mai documentaristica tra scena e fotografia, l’immagine è parte del processo creativo come diagnosi e scansione del movimento, come traduzione linguistica, come partitura ritmica “nel” e “sul” nero.
Le immagini sviluppano il Butō del gruppo Lios, de La Maison du Butoh Blanc, ma anche quello che la Marenzi ha vissuto in Giappone seguendo Akira Kasai, un danzatore che ha partecipato alla fondazione del Butō e che ha poi attraversato le culture e le pratiche d’Oriente e d’Occidente. Frammenti di progetti esposti in numerosi eventi e foyer italiani si ritrovano a dialogare al Centro Luigi Di Sarro assieme ad inediti appositamente stampati per Corpus.
In mostra anche l’ultimo lavoro dell’artista con la performer Alessandra Cristiani, una trilogia di tre progetti per altrettanti spettacoli e mostre: uno dedicato a Schiele e realizzato in cianotipia, uno a Bacon e realizzato in polaroid, l’ultimo a Rodin in emulsione ai sali d’argento su carta e su pietra. “Le immagini costituiscono sia le sorgenti che le destinazioni delle tre performance. A ciascun assolo è legato un progetto fotografico che indaga le variazioni della sua corporeità sollecitata dall’opera dei tre artisti scelti e sperimenta le contaminazioni tra diverse tecniche. In tutte e tre le tappe abbiamo lavorato in collaborazione con Alberto Canu, che usa il digitale e riprende di solito gli spettacoli, in prova o dal vivo”. 

FERITE – Carla Cacianti. A cura di Carlotta Sylos Calò

Il 25 Novembre, alle ore 18.00, in occasione della
Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne,

sotto l’Alto Patrocinio della
Presidenza della Camera dei Deputati

 

 

 

La mostra FERITE, che rimarrà aperta al Centro Luigi Di Sarro fino al 2 gennaio 2016, nasce dall’idea dell’artista di lavorare sull’immagine delle donne. Un’immagine che sia rivelatrice del carattere controverso e insieme potente dell’universo femminile, inevitabilmente forzato in stereotipi e ruoli che ne alterano l’essenza, ma anche capace di rigenerazioni profonde e coraggiose. FERITE è dunque una metafora della violenza inflitta (dall’uomo, dalla società o dalle donne stesse), una violenza non necessariamente fisica o verbale quanto incarnata dal piegare, adattare e costringere.
La scelta della fotografia come base di partenza dei lavori è motivata dalla capacità del mezzo, tra sguardo e registrazione, di rendere l’emozione dei visi, delle bocche e degli occhi, usando la luce. Non interessa in questo caso la fotografia in termini tecnici quanto la sua capacità di essere mezzo di raccordo ideale tra sguardo e sguardo, quello delle donne e quello di chi le guarda, incontro ulteriormente potenziato dalle pieghe che l’artista fa sulle immagini creando un disegno di ombre e luci tale da filtrare e drammatizzare le figure, ma anche un oggetto-ritratto che scaturisce appunto dall’offesa dei volti.

Perché la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani fondamentali ed è ancora una pandemia globale. È la conseguenza di una diffusa volontà che produce discriminazione e diseguaglianza tra uomo e donna. Con queste parole di Ban Ki-moon, l’Onu dice al mondo che questa violenza si può sconfiggere: “Tutti noi abbiamo un ruolo da giocare, e io vi incoraggio a fare il vostro. Se rimaniamo uniti a casa, nelle comunità, a livello nazionale ed internazionale, noi possiamo sfidare la discriminazione e l’impunità e porre fine a quelle mentalità e abitudini che incoraggiano, ignorano o tollerano la globale vergogna della violenza contro le donne e le ragazze”.

In occasione del fine mostra, il 2 Gennaio 2016, il Centro Luigi Di Sarro ospiterà una performance della danzatrice e coreografa Ilaria Puccianti  che esprimerà nel gesto danzato l’urgenza e la necessità di continuare a dare voce al dolore delle donne indagando i loro sguardi.

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