Con il tema HIC ET NUNC (qui e ora) e la formula pack and go, questa nona edizione di ARP-Art Residency Project continua l’indagine sul concetto di contemporaneo mettendo alla prova giovani talenti relativamente alla maneggevolezza dell’opera, alla messa in discussione delle pratiche e dei metodi e alla ricerca di una soluzione di allestimento che si adatti ad ogni diversa circostanza. Il pack and go ha previsto per la 9 Edizione di ARP tre tappe: Roma, Bienno in Val Camonica e Tirana in Albania. Gli eventi espositivi sono stati realizzati tenendo conto delle peculiarità degli ambienti, la cui articolazione spaziale ha consentito di mettere in luce i progetti e le istanze delle cinque protagoniste, che presentano punti di osservazione del contemporaneo distinti, ma non distanti tra loro. Preceduto da momenti di corposo confronto con esperti del settore su temi fondamentali, quali il ruolo dell’arte e quello dei suoi innumerevoli attori, la prima tappa espositiva al Centro Di Sarro a Roma è stata organizzata in sezioni tematiche, in base a linguaggio, materiali e poetiche. Così Azzurra Pizzi (Italia) vincitrice quest’anno della selezione per curatori, introduce la sua presentazione degli eventi. E nel suo testo di presentazione ci conduce a scoprire le 5 artiste vincitrici e i loro lavori.
Mostrando la sua sfera intima, Samela Balazi (Albania) fa conoscere la sua prassi disegnativa e il ricorso al pigmento naturale, ideale per trasferire immediata autenticità alla tela grezza. Facendo propria la pratica diffusa della costruzione dei muretti a secco, Beatrice Caruso (Italia) presenta i suoi assemblaggi costituita da irregolari cunei di legno e collages per affrontare l’argomento sfidante del riposizionamento altrove. Convinta che l’arte sia strumento per rispondere a domande relative alla nostra crescita personale, Anna Martynenko (Ucraina-Germania) con il suo mazzo di carte illustrate innesca un meccanismo di indagine volta a scandagliare la nostra personalità tra statiche e consolidate posizioni e nuove aperture di accettazione del lato più rifiutato di noi stessi. Discepola del rituale del camminare Cheriese Dilrajh (Sudafrica) presenta montaggi fotografici, il cui aspetto composito rivela visioni simultanee elaborate vivendo sinesteticamente il melting pot offerto dal mercato di Fordsburg a Johannesburg, luogo dal passato difficile oggi carico di vivaci realtà. Sconfinando nel campo della performance e utilizzando il mezzo sonoro, Miriro Mwandiambira (Zimbabwe) intende portare l’attenzione sul ruolo della donna-artista libera dalle convenzioni e capace di lottare per un riscatto sociale. (dal testo di Azzurra Pizzi nel catalogo di ARP9Ed)