“DUALITÀ” Candida Ferrari, Lialiana Malta, 7 – 30 marzo 2013
A cura di Giorgio Bonomi ed Enrico Mascelloni
Giovedì 7 marzo, presso il Centro Di Sarro di Roma, si inaugurerà la mostra Dualità, curata da Giorgio Bonomi, con opere di due artiste, Candida Ferrari e Liliana Malta. L’accostamento non è dato da un tema comune né da una particolare assonanza di poetiche ma il curatore ritiene che sia assai efficace presentare insieme, sebbene in spazi separati, i lavori delle due artiste che così offrono due personali di cui il pubblico potrà valutare le somiglianze o i contrasti, le vicinanze e le differenze, ma anche l’armonia della “dualità”.
Candida Ferrari, nata e residente a Parma, con un lungo e prestigioso curriculum alla spalle – è recentissima la sua antologica presso i Musei civici di Reggio nell’Emilia – espone lavori degli anni passati e recenti.
La sua opera è di difficile catalogazione, spaziando dalla scultura a tutto tondo a quella “a parete”, dalla pittura di colore all’uso sapiente dei materiali, soprattutto carte (da quelle di scarto a quelle più pregiate, da quelle suntuose a quelle severe) e plexiglas: forse è il termine, e il concetto, “trasparenza” quello che meglio compendia il suo fare artistico. Infatti non soltanto sono “trasparenti” fisicamente le sue opere, dati i materiali, ma questo concetto permette di cogliere tutta la complessità del suo lavoro, cioè la luce, la cangianza, la leggerezza, il movimento ed anche di più.
L’artista riespone a Roma, dopo un decennio, con un’ampia selezione di suoi lavori.
Liliana Malta, calabrese di origine ma da molti anni residente a Roma, si presenta con tutte, eccetto una, opere nuove. Nuove ma non difformi dalla sua oramai consolidata poetica, semmai questi lavori recenti segnano un’ulteriore tappa nel suo lineare percorso nei territori dell’arte. Anzitutto va segnalata la consonanza che si stabilisce tra la sua originaria, e mai abbandonata, tecnica artistica, la scultura (prevalentemente in terracotta), e la pittura. Quest’ultima si compone sullo spazio libero della tela con le stesse caratteristiche con cui l’opera plastica si articola nello spazio vuoto: entrambe le tecniche presentano una medesima tettonica, l’una nell’assemblaggio dei piani di materia grave, l’altra nella scansione dei piani in superficie e nelle zonature dei colori. Il mito classico, tema preferito dall’artista, trova ora nuove realizzazioni pittoriche, confermando la sua volontà di sintesi di passato, presente e futuro e di inconscio e consapevolezza.
La mostra è accompagnata da un catalogo con un testo di Giorgio Bonomi sul lavoro di Liliana Malta e di Enrico Mascelloni su quello di Candida Ferrari.