“Iconografia dell’invisibile”Federica Amichetti, 16 marzo – 7 aprile 2012
A cura di Paola Ballesi
Iconografia dell’invisibile è la prima personale romana di Federica Amichetti che mostra un ciclo di opere pittoriche, Liquiscape (2011), riflettendo sull’illusione.“Quando allora i nostri pensieri non saranno della gabbie ma forme leggere some seta, e fragili, trasparenti o solo segni, lasceranno apparire ciò che c’è oltre. E forse quell’oltre sarà più reale di ciò che chiamiamo realtà.” (Federica Amichetti)
Formatasi all’Accademia di Belle arti di Macerata, Federica Amichetti è tra le giovani leve del panorama artistico marchigiano quella che forse in maniera più spiccata ed inequivocabile sta conducendo una puntuale investigazione sulle possibilità di penetrazione conoscitiva della ricerca artistica contemporanea, strada maestra per forzare le barriere del reale e “rendere visibile l’invisibile”. Una strada battuta dai grandi maestri della modernità con esiti di riduzione e di antimimetismo ma che l’artista percorre in maniera del tutto originale offrendo una pittura fluttuante tra realtà e sogno restituita in magici Liquiscape, paesaggi che coniugano natura e cultura, materiale e immateriale, visibile e invisibile.
Federica Amichetti vive e lavora a Recanati, dal 1999 frequenta la scuola di recitazione Minimo Teatro diretta da Maurizio Boldrini a Macerata e partecipa ai workshop tenuti da Betty Bee a Pesaro sul tema del Femminile e da Bernard Rudiger ad Exilles sul tema della visione della realtà. Nel 2011 ha partecipato alla 54° Biennale di Venezia curata da V. Sgarbi presso la Mole Vanvitelliana di Ancona, Padiglione Regionale Marche.