“Black Mirror”Linda Salerno, 20 ottobre – 12 novembre 2011
Questa mostra romana promossa dal Centro Luigi Di Sarro in collaborazione con la Galleria Acta International e con CCNY, con il patrocinio dell’Istituto Svizzero di Roma, fissata con Linda Salerno lo scorso anno, si terrà a circa due mesi dalla sua scomparsa avvenuta il 17 luglio 2011.
Autrice complessa, capace di muoversi con grande consapevolezza all’interno di un suo mondo espressivo dove disegno, fotografia e installazione sanno trovare un preciso equilibrio linguistico, Linda Salerno presenta al “Centro di documentazione della ricerca artistica contemporanea Luigi Di Sarro” una mostra che sa evocare i tanti piani della sua poetica. In “Black Mirror” compaiono, infatti, opere realizzate in tempi diversi e con differenti tecniche che, proprio per questo, dialogano fra di loro creando un percorso dove non è privilegiata la linearità un po’ scontata della sequenza temporale ma viene suggerito un composito gioco di rimandi che sarà lo stesso visitatore a cercare e a scoprire fino a farlo suo.
Lo specchio nero è quello della memoria perché Linda Salerno riconsidera costantemente le emozioni provate da bambina ma è anche quello che meglio rappresenta la matrice fotografica di una superficie su cui l’autrice interverrà con una delicatezza formale che non esclude la forza evocatrice dell’immagine. La figura avanza leggera, si muove con una grazia che ricorda i gesti di una danza, si accosta ad elementi che fluttuano nell’aria, avanza in paesaggi naturali come volesse confondersi e trasfigurarsi in essi. Colpisce il dinamismo insito in queste fotografie – che in quanto tali alludono alla tridimensionalità ma conservano una loro precisa bidimensionalità – soprattutto quando le si confronta con i disegni di “Release” impressi in fogli traslucidi che, sovrapposti, sembrano suggerire all’osservatore di intervenire fisicamente per smuoverli, scostarli, scrutali alla ricerca di una sintesi finale delle tante immagini che man mano si rivelano.
Colpisce in questa mostra, la prima realizzata dopo la recente prematura scomparsa dell’autrice, la bellezza visionaria dell’ultimo lavoro dal bel titolo “The Art of Remembering”. Sono piccole teche che conservano al loro interno immagini tratte da altre ricerche, frammenti di immagini come fossero pagine sparse di un’enciclopedia dell’immaginario: a rendere affascinante quanto misteriosa la loro comparsa, sul vetro che le custodisce compaiono parole che, proprio perché non sono titoli, diventano esse stesse brandelli di realtà catturati. Basta leggerle, queste parole per accorgersi che lignt e absence, marvel e dream, imitazione e beauty, perfection e hallucination, emotion e ambiguity hanno perso il loro significato per divenire suoni che si librano nell’universo onirico che Linda Salerno ha saputo lasciarci. Roberto Mutti
Linda Salerno nasce nel 1950 a York, Pennsylvania da una famiglia calabrese. 1972, BFA, Moore College of Art, Philadelphia. Dal 1972 fa parte del nucleo artistico di Soho a New York, dove vive per 30 anni.
Dal 2002 vive e lavora principalmente a Someo e Lugano, Svizzera, dove riceve la cittadinanza svizzera. Tiene mostre personali a Lugano, Locarno ed è presente in mostre a Chicago e New York.
Nel 1984-85 partecipa a “ANNIOTTANTA” curata da Barilli, Caroli ed altri presso i musei di Bologna, Ravenna, Rimini e Imola (Cat. Mazzotta). Questa è la sua prima personale in Italia.
Ulteriori informazioni sul sito: www.lindasalerno.com
Catalogo Ed. Charta con testi di Elisabetta Longari, Klaus Honnef, Roberto Mutti, Claudia Steinberg, Martin Kunz, Linda Salerno