COSE (quasi) MAI VISTE VI, 20 marzo – 28 aprile 2007
a cura Mario de Candia e Patrizia Ferri
in collaborazione con Zerynthia-Associazione per l’Arte Contemporanea- e con Fondazione e Archivio Boetti
Dopo due decenni di promozione delle ultime generazioni, il Centro Studi Luigi Di Sarro, spostata la sua attività in una nuova sede, ha concentrato la sua attenzione sugli anni Sessanta e Settanta con la rassegna “Cose (quasi) mai viste” che ha assecondato la necessità avvertita da più parti, ed in questi ultimi tempi, di rileggere e cercare di mettere in luce l’estrema complessità e ricchezza di quel periodo che, nonostante tutto, non si può ancora dire come già storicizzato e classificato una volta per tutte. L’arco di tempo considerato individua caratteri e situazioni che per la loro molteplicità risultano difficilmente o per nulla assimilabili ad un blocco compatto, piuttosto ad una morfologia fluida, determinata da variegati atteggiamenti e modalità espressive. Un’epoca ed un contesto caratterizzati da dinamiche anche in aperta contraddizione, come dimostrano le ricerche artistiche ed estetiche. Quegli anni hanno portato a radicali svolte linguistiche e procedurali, le cui ragioni di fondo sono materia tuttora viva e presente – seppure con differenti tensioni- nelle indagini contemporanee. Gli artisti, in quest’ampio arco di tempo, pur nelle estreme diversità procedurali e linguistiche, erano uniti o concordi nell’esigenza molto sentita di superare la tradizionale nozione di “opera d’arte con un costante rimando tra arte e vita all’interno di un contesto, sia sociale sia politico, con il quale costantemente dialogavano. Esperienze che hanno rinnovato ed innovato la scena italiana – e non solo -, ma hanno soprattutto creato delle ottimali condizioni per il futuro, raccolte oggi in pieno, più o meno consapevolmente, dalle nuove generazioni, soprattutto in quella direzione di disciplina e di libertà espressiva aperta allo “sconfinamento”. La rassegna “Cose (quasi) mai viste”, progettata e curata da Patrizia Ferri e Mario de Candia, dalla passata stagione ha proposto cinque appuntamenti espositivi con personalità di punta e di spicco del periodo considerato, sulle problematiche ampie o particolari di quegli anni, sulla realtà di un’avanguardia vitale, soprattutto per visualizzarne aspetti inediti o rimossi nella lettura storica.
“Cose (quasi) mai viste” giunge al suo sesto e conclusivo appuntamento proponendo un inedito contrappunto, come di consuetudine, fra tre artisti emblematici, autentici protagonisti e fautori di altrettanti approcci all’arte di cifra fortemente individuale:
Carla Accardi, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, tre autori di fama indiscutibile che sono fra i testimoni più esemplari della complessità dei campi operativi, concettuali, processuali, linguistico-formali del periodo in questione e che da un punto di vista soprattutto sperimentale collocano la ricerca italiana nel contesto internazionale, indicandone spesso alcune delle più originali linee guida. Per questa circostanza i tre grandi ed indiscussi artisti compaiono con lavori del tutto inediti, altri presentati a Roma per la prima volta oppure riproposti in questa occasione dopo la loro unica ed ultima apparizione in quegli anni: lavori che nel loro insieme mettono in luce aspetti di linguaggio e di ricerca fra i meno consueti al grande pubblico, in linea con le ragioni della rassegna che ha sempre privilegiato il versante progettuale e procedurale mettendo in campo materiali, opere e spunti fra i meno noti delle ricerche dei singoli artisti presi in considerazione.
Come già annunciato, un volume di prossima pubblicazione (Gangemi Editore) raccoglierà saggi, contributi, testi critici, materiali autografi e documentari perlopiù inediti relativi al vitale contesto che caratterizza quegli anni e soprattutto agli autori che hanno animato i sei appuntamenti della rassegna: Ettore Innocente, Sergio Lombardo, Renato Mambor; Luca Patella, Lamberto Pignotti, Cloti Ricciardi; Umberto Bignardi, Nicola Carrino, Paolo Gioli; Franco Angeli, Gianfranco Baruchello, Vettor Pisani; Luigi Di Sarro, Mario Schifano, Michele Zaza; Carla Accardi, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis.