“Cose (quasi) mai viste”, 8 novembre – 9 dicembre 2005

“Cose (quasi) mai viste”, 8 novembre – 9 dicembre 2005

a cura di Patria Ferri e Mario de Candia

Dopo due decenni volti a promuovere le ultime generazioni, il Centro Studi Luigi Di Sarro sposta la sua attività in una nuova sede, più ampia e funzionale al suo nuovo indirizzo propositivo ed operativo. Da questa stagione, con più manifestazioni, l’attenzione del Centro Studi si concentrerà sugli anni Sessanta e Settanta, assecondando così una necessità sentita da più parti di rileggere e cercare di mettere in luce l’estrema complessità e ricchezza di un periodo che si direbbe già storicizzato e classificato una volta per tutte. Una situazione per nulla assimilabile ad un blocco compatto, bensì connotata da una morfologia molto fluida; determinata da molteplici atteggiamenti e modalità espressive; caratterizzata da dinamiche anche in aperta contraddizione, come dimostrano le ricerche artistiche di quegli anni, che hanno portato a delle radicali svolte linguistiche e procedurali le cui ragioni di fondo sono materia tuttora viva e presente – seppure con differenti tensioni – nelle indagini contemporanee.

Gli artisti, in quest’ampio arco di tempo, pur nelle estreme diversità procedurali e linguistiche, erano uniti o concordi nell’esigenza molto sentita di superare la tradizionale nozione di “opera d’arte” e attenti al costante rimando tra arte e vita all’interno di un contesto, sia sociale sia politico, con il quale costantemente dialogavano. Esperienze che non soltanto hanno rinnovato ed innovato la scena italiana – e non solo -, ma hanno soprattutto creato delle ottimali condizioni per il futuro, raccolte oggi in pieno, più o meno consapevolmente, dalle nuove generazioni, soprattutto in quella  direzione di disciplina e di libertà espressiva aperta allo “sconfinamento”, con quella capacità e volontà di “entrare e uscire” dalle convenzioni linguistiche che, come lo era allora, sembra anche oggi uno dei caratteri costitutivi più forti delle ricerche attuali.

La nuova attività del Centro Studi Luigi Di Sarro si dipanerà – in questa fase iniziale – in una rassegna, su progetto e cura di Patrizia Ferri e Mario de Candia, che comprende una serie di appuntamenti espositivi su alcune delle personalità di punta e di spicco del periodo considerato, sulle problematiche ampie o particolari di quegli anni, per indagare sulla realtà di un’avanguardia vitale e  soprattutto per visualizzare quegli aspetti più o meno inediti, a volte anche purtroppo dimenticati, che riportano l’arte italiana nel posto che le compete nel circuito internazionale.

Il primo appuntamento di “cose (quasi) mai viste” propone, oltre ai vari materiali documentari e non, un insieme di elaborazioni e progetti mai realizzati di Ettore Innocente, la riproposizione – a distanza di quasi quaranta anni – di un “ambiente” di Sergio Lombardo e, mai prima d’oggi proposta a Roma, un’installazione di Renato Mambor.L’intento è quello di evidenziare alcuni dei processi creativi e dei procedimenti di riflessione con opere selezionate fra quelle inedite o esposte soltanto una volta, ma soprattutto con appunti, documenti e progetti mai visti fino ad oggi: idee di quegli anni che possono contribuire a chiarire la specificità e l’assoluta rilevanza della sperimentazione e della ricerca degli anni Sessanta e Settanta, particolarmente a Roma.Al termine della rassegna è previsto un volume che raccoglierà saggi, contributi, testi critici, materiali autografi e documentari perlopiù inediti relativi non solo ai vari autori sui quali si articola la manifestazione, ma anche al vitale contesto che caratterizza quegli anni.