UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELL’ARTE E DELLE PERIFERIE: Conclusa la residenza ARP a Roma di SKUBALISTO E JORDAN SWEKE

L’arte pubblica è diventata negli ultimi anni non solo una forma alternativa di espressione, ma anche un vero e proprio palcoscenico con il quale gli artisti si confrontano e dialogano. Non si parla più di conflitto fra un’opera che è per definizione donata alla collettività e un’opera che nasce per essere venduta alle regole del mercato: gli artisti sempre più spesso si muovono disinvoltamente fra queste due opzioni, fino a pochi anni fa considerate in antitesi. Roma offre diversi esempi di arte pubblica: dal fantastico intervento di William Kentridge Triumphs&Laments sul Lungotevere sotto Ponte Sisto, al progetto SanBa che ha disegnato le case popolari di San Basilio secondo un preciso progetto di riqualificazione urbana, alla galleria spontanea a cielo aperto che sta fiorendo a Corviale sopra il mercato sotto sequestro ai piedi del Serpentone, per arrivare agli interventi nelle realtà occupate come la casa studenti del Tufello gestita dagli attivisti di Astra. ARP ha compiuto un percorso alla scoperta di queste realtà insieme agli artisti sudafricani Skubalisto e Jordan Sweke partecipanti alla residenza a Roma che si è conclusa il 15 dicembre 2017.

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Entrambi gli artisti scelti quest’anno dal progetto ARP-Art residency Project (realizzato dal Centro Luigi Di Sarro con il contributo del MAECI e con la collaborazione di Everard Read/CIRCA e RainbowMediaNPO) hanno un interesse per l’indagine della realtà urbana, sia essa gentrificazione delle aree periferiche o riqualificazione pianificata dalle politiche sociali e abitative, o finanche fertile terreno di committenza artistica pubblica. La loro indagine sulla realtà romana si è dunque spesso rivolta a quelle aree che potevano proporre feconde ispirazioni. Parallelamente quindi allo studio che ha portato alla realizzazione della mostra REALTA’ IMMAGINARIE/IMAGINING REALITIES che si è tenuta presso il Centro Luigi Di Sarro (30novembre-14Dicembre 2017), i due artisti hanno voluto scommettere anche sul fronte dell’arte pubblica realizzando alcune opere nelle periferie romane: a Corviale (dove hanno lavorato grazie all’ospitalità di Alessandro Fornaci e dell’Associazione Laborintus e al Prenestino, presso un centro di accoglienza per richiedenti asilo, luogo di alto valore simbolico. Si discute molto in questi anni di cosa fare e come dare senso all’intercultura: l’Arte è uno dei mezzi più universali di linguaggio e di amicizia fra le persone.

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“Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai in una selva oscura… (Dante, La Divina Commedia, Inferno)”, la citazione del massimo poeta italiano non è casuale e assume significato al termine del lungo viaggio di incontri e incroci di percorsi che i due artisti, ospiti della residenza ARP, hanno compiuto nella Capitale. La foresta di Jordan Sweke e i volti dei naufraghi di Skubalisto, raccontano del passato e del presente. L’immediato interesse che entrambi hanno dimostrato per la struttura socio-economica urbana integrato con la loro ricerca artistica ha dato vita ad un dialogo molto profondo nella loro pratica e con gli abitanti della città. Dialogo che si è realizzato con l’opera finale a due mani eseguita a Corviale.

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