REALTA’ IMMAGINARIE – SKUBALISTO and JORDAN SWEKE – 30 novembre/14 dicembre 2017

 

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Da Cape Town a Roma grazie ad ARP-Art Residency Project, il programma bilaterale di residenze per giovani artisti tra Italia e Sudafrica, realizzato con il contributo del MAECI e con la collaborazione della Galleria Everard Read/CIRCA (Cape Town-Johannesburg-Londra) mette in mostra il lavoro di Jordan Sweke (1991) e Skumbuzo Vabaza, in arte Skubalisto (1987). Nel corso della residenza svolta a Roma i due artisti hanno osservato la città e le sue periferie. Genti e paesaggi in una realtà immaginaria: un viaggio che esplora con vari mezzi espressivi (pittura, grafica e video) la storia passata e il tempo presente della Caput Mundi. Le opere in mostra sono state prodotte durante le sei settimane di residenza.

Questa VI Edizione di ARP ha selezionato quattro giovani artisti: i due sudafricani, ospitati a Roma, e fra gli italiani Elena Giustozzi (1983) e Caterina Silva (1983) che partiranno il prossimo febbraio per partecipare alle attività del programma che il Centro Di Sarro realizza fra Roma e Cape Town, con la collaborazione anche di Ruth Prowse School of Art e Rainbow Media NPO.

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La narrazione di Skumbuzo è multiforme (arti visive, design, musica e moda), spesso incorpora la figurazione contemporanea, l’iconografia tradizionale e diversi linguaggi urbani che hanno come radice i “graffiti”. Il lavoro di Skumbuzo si propone di azzerare l’esperienza umana per scoprire e svelare i costrutti sociali creati dall’uomo che tendono a creare separazione. Il suo lavoro è un ponte che racconta i simboli del consumismo, dell’industrializzazione, della corruzione, della speranza, della famiglia, del dolore, della razza, della nazionalità e della religione. Il suo background di graffiti e l’influenza della street art si mostrano evidenti nell’uso astratto che fa dei colori e nella tecnica stilizzata della sua pittura.

Jordan invece si muove nell’ambito delle nozioni di paesaggio e ambiente naturale. Esplora astrattamente la Natura – una forza sublime e onnicomprensiva. Più specificamente, esplora la relazione che attualmente esiste tra umanità e natura e i modi in cui questa relazione potrebbe essere ricostituita. La sua produzione principale è da ricercarsi nei grandi dipinti a olio, ma in un contesto concettuale più affinato, l’obiettivo giunge anche attraverso la creazione di fotografie, sculture, lavori video, grafica e installazioni.

Entrambi questi giovani creativi vivono e lavorano a Cape Town e sono stati selezionati per svolgere insieme la residenza ARP 2017/2018 con il progetto REALTÀ IMMAGINARIE. In mostra una bi-personale e un lavoro comune risultante dalla conversazione tra i due artisti. Al Centro Luigi Di Sarro, i ritratti di Skumbuzo (in vari mixed media) e i paesaggi di Jordan (disegni monocromatici, dipinti su tela e video) sono installati vicini in modo da sottolineare la volontà di dialogo.

Il rapporto tra le persone e i loro ambienti è uno dei temi principali della mostra. REALTÀ IMMAGINARIE intende affrontare le nozioni di “realtà” di ogni persona – come vedono il mondo e, al contrario, ciò che passa inosservato attorno a tutti noi. Skumbuzo e Jordan in un continuo dialogo, fra loro e con la città, illustrano e immaginano ciò che sta accadendo alle persone, confrontandosi così con coraggio con temi di grande attualità: “emarginazione e povertà in cui vivono molti invisibili abitanti di Roma”. Si tratta di approfondire la relazione che si crea fra uno straniero e il paesaggio della Capitale e permette di affrontare un tema scomodo come quello dell’ “l’impatto sociale degli immigrati con le realtà che si celano dietro l’immagine idealizzata di ciò che le persone vedono e vivono”.

I due artisti si sono formati all’interno delle strutture creative che pulsano intorno a loro a Città del Capo, ed entrambi hanno un forte interesse per le periferie urbane, i luoghi della “classe operaia”. L’esperienza ARP a Roma è servita loro per aprire una conversazione sulle genti di Roma, i loro “paesaggi” e la città stessa. Anche se entrambi gli artisti riconoscono che si tratta di una analisi sociale dal punto di vista di un estraneo, la loro analisi li ha portati a individuare “punti di somiglianze sociali e culturali tra Roma e Città del Capo, le medesime istanze sulle quali stavano indagando a Città del Capo”. Riflessione che si concretizzerà nella realizzazione di alcune opere di arte pubblica nella periferia romana dove Skumbuzo e Jordan, si propongono di reimmaginare la realtà.

Oltre a dire la loro sui temi sociali, gli artisti hanno voluto anche esprimersi sulla questione della dicotomia natura e urbanizzazione: il tipo di relazione che le persone a Roma hanno con i loro ambienti naturali e la Natura stessa. Gli artisti hanno osservato che “ci sono resti di artefatti umani nella natura”, che “la natura sopravvive in spazi fortemente costruiti, come se ci fosse un conflitto tra natura e città, e tra persone e natura”. Così gli artisti concludono: “Roma è come una madre dal seno grande che nutre l’intera Italia. Tutta l’Italia è a Roma, non solo Romani. Si può quasi sentire Roma che lotta sotto la pressione”. REALTA’ IMMAGINARIE, indaga anche su tutto questo mettendo in mostra qual è il mondo riesaminato e immaginato dal discorso sinergico di Skumbuzo e Jordan.

Emma Vandermerwe – Senior Curator Everard Read/CIRCA Cape Town

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ARP – Art Residency Project ITALY/SOUTH AFRICA VI EDIZIONE: Elena Giustozzi, Caterina Silva, Jordan Sweke e Skubalisto sono i 4 giovani artisti vincitori della residenza ARP

ARP-ART RESIDENCY PROJECT, il programma del Centro Di Sarro, dedicato ai giovani artisti, è realizzato con il contributo del MAECI e con la collaborazione di Everard Read/CIRCA Gallery. Si svolge fra Roma e Cape Town con l’obiettivo di promuovere e sostenere il talento artistico emergente in Italia e all’estero e rientra in una più ampia rete di azioni che il Centro di Documentazione della Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro svolge attraverso scambi culturali bilaterali nel campo delle arti visive e multimediali.

ARP si propone di favorire la mobilità e la conoscenza di nuove realtà culturali attraverso la sperimentazione di materiali, tecniche e linguaggi nell’ambito dell’arte contemporanea. Le residenze offrono l’occasione di nuove esperienze creative e di formazione tecnica e professionale, di un confronto umano e artistico, dello studio della storia sociale, politica e culturale del paese ospitante.

    da sin: Caterina Silva, Jordan Sweke, Skumbuzo Vabaza, Elena Giustozzi

Chi sono i 4 giovani vincitori della VI Edizione fra Italia e Sudafrica 2017/18:

ELENA GIUSTOZZI è nata a Civitanova Marche (Macerata, Italy) nel 1983.
Dopo la maturità scientifica ha frequentato l’ Accademia di Belle Arti di Macerata dove nel 2008/2009 ha conseguito la laurea di primo livello in Decorazione. Nel 2011/2012 ha concluso il corso di studi specialistico in Pittura. Dal 2013 è cultore della materia di: Tecniche Pittoriche (triennio), Tecniche e Tecnologie delle Arti Visive Contemporanee (triennio) e Laboratorio di Tecniche e Tecnologie per la Pittura (biennio) presso l’ABA di Macerata. E’ stata selezionata con il progetto Little Finite Landscapes. Prospettive differenti di paesaggi. “Cosa guardiamo? Cosa ascoltiamo? La strada che si apre di fronte a noi, il rumore dei nostri passi. Le mie passeggiate in giardino raccontano il tempo che scorre, le stagioni che si susseguono, nuove, ma sempre uguali, la terra che cambia, si trasforma, si deforma per poi tornare a somigliarsi in ogni sua variazione. In queste camminate fotografo e registro senza attenzione una gran quantità di scorci“.    www.elenagiustozzi.com

CATERINA SILVA (Roma, Italy, 1983) esplora le connessioni tra linguaggio e potere, assumendo spesso una posizione silenziosa e prelinguistica attraverso cui eludere le strutture canoniche di produzione di senso. Studia scultura a Londra (Camberwell College of Arts), filosofia e scenografia a Roma (La Sapienza, Ied). Il suo lavoro spazia dalla pittura alla performance. “Considero la mia pratica pittorica una lotta con il linguaggio e i suoi sistemi di classificazione. Uso la pittura per sondare le parti opache della mente, quello che non è possibile altrimenti spiegare a parole. Genero immagini aperte, disponibili all’interpretazione dell’osservatore, traduzione intuitiva di un processo di decostruzione delle mie sovrastrutture interne sviluppato attraverso la materia stessa della pittura e la sua traduzione in esperimenti coreografici e performativi“.       www.caterinasilva.com

JORDAN SWEKE è nato nel 1991 a Johannesburg, Sudafrica. Vive e lavora a Cape Town dove si è laureato nel 2014 alla Michaelis School of Fine Art, UCT  conseguendo anche la specializzazione in pittura. Nel suo lavoro esplora e riflette sulla percezione dello spazio nella natura con l’obiettivo di “creare un connessione tra la visione matematica e l’astratto, tra la geometria e la biologia“. Lavorando con grande interesse alle possibilità operate dai visual media tra cui fotografia, video, land art e installazioni urbane, senza mai tralasciare la pittura ad olio su tela, Sweke cattura e individua per ciascuno mezzo l’accento tattile degli elementi materiali del suo ambiente naturale. La percezione che ne risulta fa sì che i suoi lavori trasgrediscano di continuo gli usuali concetti di ambiente e servano a sfidarli.      www.jordansweke.com

SKUMBUZO VABAZA, conosciuto come “Skubalisto” vive e lavora a  Cape Town, Sudafrica.  E’ nato ad Harare, Zimbabwe, (1987) dove i suoi genitori hanno vissuto in esilio, sua madre studiava medicina e suo padre era un attivista dell’ANC. Da quando è rientrato a vivere in Sudafrica è stato impegnato a riscoprire il paesaggio e il suo rapporto con il suo stesso paese attraverso la visone di un’artista. I suoi mezzi espressivi variano tra pittura spray, acrilico, pastelli ad olio, carboncino e inchiostro: Skubalisto è un pittore a tutto tondo, che principalmente lavora su ritratti in uno stile espressionista contemporaneo, che sfocia a seconda dei casi nel muralismo, o in opere dipinte su tavole di legno o grandi tele. “Non sono un writer, la pittura è la mia arma. E l’opera di un artista lo rappresenta a prescindere dal mezzo utilizzato”.         skubalisto.tumblr.com