Le pieghe del vuoto, Giulia Fumagalli in dialogo con Aran Ndimurwanko è la mostra che conclude il progetto CL/PA – the travel realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X Edizione 2021). Opening 19 Novembre 2022 ore 17-20.

Come raccontare due luoghi lontani dopo averne fatto un’intensa esperienza?
Quali forme possono assumere? Cosa in loro può essere considerato pieno?
Cosa, invece, vuoto? E come queste entità agli antipodi possono dialogare tra di loro?

Queste sono alcune delle domande che ruotano attorno a Le pieghe del vuoto, la mostra di Giulia Fumagalli (Carate Brianza – MI, 1990) in dialogo con Aran Ndimurwanko (Trento, 1991) che dal 19 novembre al 23 dicembre 2022 inaugura presso il Centro Luigi Di Sarro a Roma. Testo critico di Alice Vangelisti.

Si tratta di una selezione eterogenea di lavori frutto della doppia residenza di cui i due artisti hanno fatto esperienza durante la primavera, prima in Cile e poi a Panama.
Il risultato è così la loro visione personale e artistica di questi due luoghi, geograficamente vicini, ma completamente agli antipodi. Da un lato, il paesaggio cileno, visivamente aperto per via dell’immensa distesa desertica, che seppur vuota è in grado di innescare continue connessioni. Dall’altro quello panamense, visivamente chiuso per la presenza della giungla impenetrabile, che riempie gli occhi e la mente, sovrappopolandoli di immagini.

Due esperienze completamente opposte, che attivano vicendevolmente sensazioni di pieno e di vuoto, contrapponendoli ma allo stesso tempo facendoli diventare anche uno la conseguenza dell’altro. Così, concentrandosi sulle caratteristiche estrinseche e intrinseche di questi due luoghi, Fumagalli e Ndimurwanko ne danno una loro lettura. Se Fumagalli indaga due elementi naturali – acqua e aria – che si materializzano in installazioni leggere e poetiche in grado di evocare la loro presenza, Ndimurwanko plasma la terra, dando vita a dei lavori carichi di quotidiana ritualità.

La mostra fa parte del progetto CL/PA – the travel di Giulia Fumagalli, realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X edizione, 2021), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

CL/PA – the travel. Il progetto di Giulia Fumagalli, realizzato con Aran Ndimurwanko, tra Cile e Panama è tra i vincitori di Italian Council 10 – Sviluppo dei talenti. Il viaggio si è svolto nell’ambito del programma di residenze La Wayaka Current. Il Centro Di Sarro, che è uno dei partners culturali del progetto, ospiterà in autunno la mostra conclusiva.

CL/PA – the travel è un progetto di residenza artistica nomade in ambienti naturali remoti e fra popolazioni indigene.

CL/PA – the travel si è svolto nell’ambito del programma di residenza presso @lawayakacurrent.
Il progetto è sostenuto da Italian Council (2021), Direzione Generale Creatività Contemporanea #DGCC, Ministero della cultura @mic_italia@creativita_contemporanea, con la partnership di Spazienne @spazienne e Centro Luigi Di Sarro @arp_art_residency_project

In un mondo scandito da tempi veloci, limitazioni e regole imposte dalla società, CL/PA – the travel rappresenta una possibilità di ritorno alle origini, ad un tempo personale e a nuove visioni possibili. Un archivio sul tempo, sulla forma e sui materiali. Una ricerca di confronto e dialogo con personalità artistiche differenti, che ad oggi viene sempre meno.

Il progetto di Giulia Fumagalli, che ha vinto l’Italian Council  Edizione 10 – Sviluppo dei Talenti, è costruito in collaborazione con Aran Ndimurwanko, artista trentino la cui pratica è legata alla cultura africana e all’utilizzo di materiali naturali. La necessità di affrontare il percorso in un confronto continuo con un altro artista nasce dalla curiosità di comprendere se pratiche formalmente e concettualmente differenti, inserite nella stessa situazione possano creare uno scambio che vada anche al di là del semplice dialogo.

CL/PA – the travel inizierà a comporsi di immagini, disegni, bozzetti, scritti e opere d’arte durante il percorso: la residenza La Wayaka Desert 26°S (Cile, Deserto di Atacama 5-26 Aprile 2022); l’itinerario in Cile nord (26 Aprile-4Maggio 2022); l’itinerario fra Panama e Panama City (5-9Maggio 2022) e infine la residenza La Wayaka Tropic 08°N (Panama, Arcipelago di Guna Yala 10-31 Maggio 2022) sviluppando una ricerca in dialogo con altri artisti, curatori e collaboratori del programma. 

Questo itinerario sarà l’occasione per esplorare nuove prospettive artistiche, per riflettere sulla situazione attuale del mondo, sulla propria posizione nel sistema sociale/relazionale e sulla questione ecologica. Un archivio in divenire, che prenderà forma man mano, con interventi di vario genere, il cui risultato potrebbe concretizzarsi in visioni e opere formalmente distanti o in lavori realizzati addirittura a più mani.

A conclusione del periodo di viaggio tutto il materiale raccolto confluirà in una pubblicazione, prodotta con il sostegno di Spazienne (Garbagnate Milanese), e le opere nate anche successivamente dalla maturazione dell’esperienza fatta saranno esposte in una mostra presso il Centro di documentazione della ricerca artistica contemporanea Luigi Di Sarro (Roma) fra il 15 Novembre e il 15 Dicembre 2022.

Abbiamo seguito le tappe del viaggio, sia qui sul sito che sul nostro IG @arp_art_residency_project, man mano che gli artisti ci hanno inviato aggiornamenti e anticipazioni. 

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IL RACCONTO di Giulia Fumagalli:

🦙 Desert 23°S – Deserto di Atacama, Cile 

Perché sei andata nel deserto?
“Ho iniziato a sentire il bisogno di un intervallo temporale che fosse solo mio.Più di tutto avevo bisogno di respirare e il deserto è il luogo perfetto per interrompere lo stato di apnea e iniziare ad ascoltare il proprio corpo. 
Mi è stato detto che il tempo lo teniamo nel cuore, che i nostri battiti scandiscono un ritmo che dobbiamo imparare a rispettare vivendo, camminando, respirando”.


Cosa hai fatto nel deserto?
“Ho camminato in lungo e in largo, cercando di percorrerlo in ogni sua direzione possibile, perché solo camminando si riesce ad assaporarne l’essenza.
Nel deserto non c’è molto da fare.
Quello che si vede sono sabbia e sassi, sabbia e sassi in un susseguirsi di superfici che mutano pattern di continuo.Nel deserto sei solo, ma non sei mai solo per davvero. 
La Pachamama è ovunque: nei sassi, nella sabbia, nel sale. Un vuoto così pieno che mi ha fatto sentire estremamente bene”.

Cosa hai imparato dal deserto?
“Ho imparato a considerare le cose nella loro totalità, apprezzandone la dualità.
Come quella notte nel deserto, sdraiata sulla sabbia, in cui mi sono state raccontate le costellazioni Licanantay. Mi hanno parlato non solo di stelle luminose, ma di forme nere i cui contorni sono delineati dalla luce. 
Un lama, un serpente, una volpe, e tanti altri personaggi disegnano la volta celeste senza illuminarla ed è stata la prima volta in cui mi sono resa conto di non essere mai riuscita a osservare il cielo nella sua complessità.”

Return. Roma-Berlino Inaugura il 13 Settembre 2019 la seconda tappa del progetto di scambio con Verein Berliner Künstler. 5 artisti italiani in mostra.

Il progetto Return Berlin-Rome | Rome-Berlin, nato da un’idea di Susanne Kessler, promuove la collaborazione del Centro Luigi Di Sarro con il Verein Berliner Künstler con l’intento di avviare uno scambio tra le realtà artistiche di Italia e Germania, attraverso il dialogo fra le due capitali dove hanno sede le associazioni proponenti.

Andrea Aquilanti, Angelo Casciello, Veronica Montanino, Pamela Pintus e Sara Spizzichino sono gli artisti italiani in mostra presso Gallery VBK-Verein Berliner Künstler, dal 13 Settembre al 6 Ottobre 2019.

Il progetto, realizzato in due tempi, ha portato in mostra a Roma lo scorso aprile presso il Centro Luigi Di Sarro le opere di 5 artisti tedeschi (Birgit Borggrebe, Jürgen Kellig, Susanne Kessler, Nele Probst, Marianne Stoll).

RETURN Berlin/Rome 4 Aprile – 4 Maggio 2019. Progetto di scambio con VEREIN BERLINER KÜNSTLER sotto il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Berlino. Opening 4.4.2019, 6-8pm

Il progetto Return Berlin-Rome | Rome-Berlin, nato da un’idea di Susanne Kessler, è curato dal Centro Di Sarro in collaborazione con il Verein Berliner Künstler, e sotto il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Berlino, con l’intento di avviare uno scambio tra le realtà artistiche di Italia e Germania attraverso il dialogo fra le due capitali dove hanno sede le associazioni proponenti. Il progetto prevede due parti: RETURN Berlin-Rome porterà in mostra presso il Centro Di Sarro, dal 4 Aprile al 4 Maggio 2019, le opere di 5 artisti tedeschi (Birgit Borggrebe, Jürgen Kellig, Susanne Kessler, Nele Probst, Marianne Stoll ) e successivamente RETURN Rome-Berlin vedrà l’esposizione dei lavori di 5 artisti italiani (Andrea Aquilanti, Angelo Casciello, Veronica Montanino, Pamela Pintus, Sara Spizzichino) presso la Galerie VBK-Verein Berliner Künstler, dal 13 Settembre al 6 Ottobre 2019.

Chi sono gli artisti tedeschi in mostra a Roma:

Birgit Borggrebe Nata a Arnsberg, vive e lavora a  Berlino.

“Il carattere aspro e astratto delle nostre città, la globalizzazione del mondo moderno, sono in contrasto con ciò che rimane della Natura: qui un albero, lì una mandria di capre, eppure anche le nuvole stesse risplendono di colori sospettosi. Le immagini di Borggrebe sono caleidoscopi, incontri poetici con una realtà da incubo che presto potrebbe ricoprire gran parte del nostro pianeta. Dalle pitture si spande una protesta estetica: che il nostro mondo non è come dovrebbe essere. Sebbene sembri strano, i paesaggi futuristici e apocalittici raffigurati nelle sue pitture sono permeati da qualcosa che si potrebbe descrivere come una “nostalgia per il Paradiso”. (Kai Michel, Zurigo)

Jürgen Kellig Nato a Berlino dove vive e lavora.

I miei disegni si occupano di ritmo e di struttura, in particolare dell’interazione tra caos e ordine, delle somiglianze tra micro e macrocosmo. Sebbene rielaborate in modo concreto, queste opere possono richiamare reti organiche, così come reti tecnologiche. (Jürgen Kellig)

Jürgen Kellig disegna a mano libera. L’esattezza dei suoi elementi grafici non segue un programma, uno schema prestabilito. Essa simula la certezza di leggi geometriche, come in una zona franca tra vicinanza micrologica e distanza macrologica: un soggetto già affrontato dall’autore in lavori precedenti. Di conseguenza, i titoli dei suoi disegni suggeriscono una chiarezza concettuale: “notazione”, “partitura”, “interconnessione”, “civilizzazione”. Essi trasformano immagini in associazioni concettuali. Immagini che sono il risultato di processi associativi relativi ad una auto-referenzialità grafica, fissando punto come punto, linea come linea e piano come piano o una loro arbitraria successione. (Wolfgang Siano, dal testo in catalogo “Implacabile, tra linea e tratto ed oltre”)

Susanne Kessler Nata a Wuppertal nel 1955, vive e lavora a Berlino e a Roma. 

Ha studiato pittura e grafica a Berlino presso la Hochschule der Künste (UDK) e a Londra presso il Royal College of Art (RCA). Predilige le grandi installazioni, in spazi interni così come all’aperto. Ha insegnato alla California State University (CSU) e alla City University di New York (CUNY). Viaggi di lavoro l’hanno portata in Etiopia, Guatemala, Mali, Pakistan, India e Iran. Tutti questi luoghi hanno lasciato tracce nel suo lavoro. Le sue installazioni, a volte effimere, sono pubblicate in numerosi cataloghi e libri.

L’ex direttore del Wilhelm Lehmbruck Museum Raimund Stecker descrive così il metodo dell’artista: “Susanne Kessler gioca costantemente con separazione e contatto, vicinanza e lontananza, realtà e illusione. Il tangibile a volte si perde nell’incomprensibile e l’inconcepibile diventa tangibile, il caotico diventa cosmico, il disordinato a volte razionale, e le certezze sembrano confuse”.

Nele Probst Dal 1995 vive e lavora a Berlino.

Dal1989 al 1993 ha studiato Comunicazione visiva, Fachhochschule für Gestaltung, Mannheim con Prof. Günter Slabon, Prof. Wolf Magin, Prof. Roland Fürst, Prof. Eckhard Neumann. Dal 1993 al 1995 ha vissuto e lavorato ad Amburgo.

Nelle opere di Nele Probst, sia nella pittura che nella scultura e nelle installazioni, gioca un ruolo importante il processo additivo, inteso come raccolta e raddensamento. Il momento narrativo e le sue associazioni si riflettono sia nel contenuto che nella struttura delle sue opere. Colore e materiale sono in primo piano. Il suo rapporto giocoso, sperimentale e sensibile con i materiali e la composizione crea un senso di leggerezza e allegria che caratterizza il suo lavoro e coinvolge lo spettatore.

Marianne Stoll Nata a Darmstadt, vive e lavora a Berlino. 

Ha studiato Storia dell’arte con il Prof. Uwe M. Schneede, Ludwig Maximilian Universität di Monaco di Baviera. 

Attraverso sculture e disegni (…) Marianne Stoll esplora in maniera giocosa, ma sempre seria, lucida e sorprendente le molte sfaccettature dell’abitare, della casa, delle origini – e della costante minaccia di perdita di una dimora, di un rifugio. Nelle sue composizioni, Marianne richiama la questione di come si debba abitare la Casa–Mondo, come ambientarsi in questa dimora, che non è stata consegnata all’umanità chiavi in mano. Con audaci cambi di prospettiva, il piccolo e il grande, il solido e il fragile, il pericoloso e l’innocuo si uniscono nell’atto del disegno (…) le forme grafiche si appagano e nutrono a vicenda, in strana analogia con la creazione di un habitat per l’uomo. (Dorothée Bauerle-Willert, dal testo in catalogo “Dream Houses”)

Si ringrazia Giorgio Benni per le immagini fotografiche della mostra che vedete nella slideshow.

CUBA – Erik Chevalier e Mauro Magni a L’Avana

 

L’Avana / Un’esperienza nel barrio Cantarrana

Fra cooperazione e cultura il Centro Luigi Di Sarro e il CISP per la riqualificazione di un quartiere popolare nella capitale cubana

Nadia Angelucci e Tiziana Bartolini  (estratto da NoiDonne 2 gennaio 2012)

Uno degli interventi realizzati durante la Settimana della Cultura italiana a Cuba è quello che hanno creato il Centro Luigi di Sarro e il CISP – Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei popoli. Due donne, Alessandra Atti Di Sarro – giornalista e vicepresidente del Centro Luigi Di Sarro – e Paola Larghi – responsabile dei progetti di cooperazione di Cisp-Sviluppo dei Popoli a Cuba  -, sono state protagoniste e artefici di questa idea visionaria che coniuga l’idea di sviluppo alla cultura e all’arte.

Ad Alessandra Atti Di Sarro abbiamo chiesto come è nato questo progetto?
Il CISP porta avanti nel barrio di Cantarrana a L’Avana, con gli artisti del gruppo Huellas, un progetto di riqualificazione urbana attraverso l’arte dipingendo le case in accordo con gli abitanti, che ho avuto modo di visitare lo scorso anno. Da quel pomeriggio passato fra le case dipinte di Cantarrana è nato un reportage che poi è stato trasmesso da TG2 Storie e una collaborazione con Paola Larghi che si è sviluppata grazie all’invito dell’Ambasciata italiana a Cuba a presentare un progetto con il Centro Luigi Di Sarro per la settimana della cultura del 2011. Abbiamo portato a L’Avana due artisti selezionati dal Centro Di Sarro, Erik Chevalier e Mauro Magni, per la mostra “VISUS”, opere di pittura e fotografia (che si è tenuta dal 22/11 al 4/12 al Centro Provicial de disegno Luz y Oficios) e mettere in contatto i due con il gruppo di artisti cubani Huellas perché proponessero il bozzetto di un murale da realizzare su una delle case di Cantarrana come interazione/workshop tra italiani e cubani. Chevalier e Magni hanno realizzato un vero e proprio site-specific a 4 mani. Il lavoro per la realizzazione, con la partecipazione del gruppo cubano, è durato 3 giorni al termine dei quali nel barrio si è svolta una grande festa con gruppi musicali che dal pomeriggio alla notte hanno animato il vicolo dove la sera è stato scoperto il murale dall’ambasciatore italiano Marco Baccin. Ha fatto parte del progetto anche un incontro tra artisti e operatori di cooperazione dedicato al tema “arte e trasformazione urbana” per parlare di una nuova cooperazione internazionale che passi per un concetto di sviluppo legato sempre più al fattore culturale.

Tutto frutto di un incontro tra donne, quindi…
Abbiamo avuto un’intesa immediata! Forse perché siamo della stessa generazione e abbiamo in comune background culturale e anche tanti ideali. Lei ama l’arte, il teatro, la musica ed è convinta che bisogna lottare per un mondo migliore di quello c’è, e dunque lavora nella cooperazione. Io ho sempre inseguito un impegno serio nel mondo della cooperazione, faccio un mio personale volontariato attraverso il mio lavoro di giornalista e, oltre al sud del mondo, nella mia esperienza c’è la cultura, di cui per anni mi sono occupata in Rai e che è la mission dell’attività della mia famiglia con il ‘Centro Luigi Di Sarro’ a Roma, intitolato a mio zio, del quale curo gli scambi internazionali.

Siete soddisfatte del risultato ottenuto?
Vedere centinaia di persone partecipare alla festa per l’inaugurazione del mural e vedere che finito il concerto le persone si fermavano a fotografare o a farsi fotografare davanti all’opera … beh, è stato commovente! La collaborazione fra gli artisti è stata ricchissima di spunti; Chevalier e Magni, il primo lavora come restauratore e decoratore con tromp l’oeil, il secondo come decoratore e scenografo, hanno potuto offrire molte nozioni tecniche e ricevere interessanti informazioni su materiali di riciclo e alternativi che da noi non si usano abitualmente. Sia alla mostra che alla tavola rotonda c’era il pienone, di giovani soprattutto, segno che abbiamo centrato anche il punto di vista teorico. E in tempi in cui la cultura viene considerata irrilevante o addirittura inutile, è stata sì, davvero una bella soddisfazione.

CUBA – Un projecto especifico – Paolo Bini e Catherine Biocca a L’Avana

“Un proyecto especìfico” è l’installazione realizzata a L’Avana da Paolo Bini e Catherine Biocca per la XIII Settimana della Cultura Italiana del 2010.
I due artisti selezionati dal Centro Luigi Di Sarro su invito dell’Ambasciata d’Italia a Cuba hanno esposto il loro lavoro nelle sale del Convento di San Francesco a L’Avana Vecchia e nel corso della loro permanenza hanno progettato e realizzato un’opera site-specific che rappresentasse il loro incontro con la realtà cubana. Di questa prolifica esperienza è stato realizzato un catalogo che raccoglie il racconto fotografico della mostra fatta a L’Avana, accompagnato dai testi dell’Ambasciatore Marco Baccin e di Alessandra Atti Di Sarro che ha curato il progetto. Sono alcuni anni che il Centro Luigi Di Sarro porta avanti iniziative artistiche di questo genere in diverse aree del mondo con l’obiettivo di promuovere l’incontro, la conoscenza e il confronto. La mostra è stata poi ripetuta a Roma, per rendere conto dell’esperienza cubana, ma anche per aprire il dibattito sull’importanza del dialogo culturale, soprattutto nell’ambiente della ricerca e della sperimentazione artistica contemporanea.

Artist Proof Studio (APS) in Rome

In collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica del Sudafrica in Italia

Themba Khumalo, Minekulu Ngoyi, Nompumelo Ngoma e Nkosinathi Simelane,
giovani artisti dell’Artist Proof Studio di Johannesburg,
espongono le loro opere al Centro Luigi Di Sarro per celebrare il South African Youth Day (giornata della gioventù sudafricana), anniversario che commemora la rivolta degli studenti a Soweto nel 1976.

Inaugurazione 18 giugno 2013 alle ore 18
(la mostra resterà aperta fino al 22 giugno).

Inoltre, nelle serate dal 19 al 22 giugno gli artisti daranno vita ad uno show interattivo al Festival Isola del Cinema sull’Isola Tiberina, dal titolo “Giovani, Democrazia e Coesione Sociale”. Gli artisti dell’Artist Proof Studio realizzeranno un’opera murale a più mani in memoria della strage di Soweto.
I giovani artisti sudafricani daranno vita ad una rappresentazione stimolata dall’interazione con il pubblico, che potrà fermarsi e partecipare alla pittura, per trasmettere agli spettatori che li vedranno all’opera le emozioni e i sentimenti che il tema della giornata della memoria quest’anno celebra: ovvero la democrazia e la coesione sociale, conquista in primis delle generazioni più giovani.

LINDEKA QAMPI ESPONE AL VILLAGGIO FIFA WORLD CUP 2010 A ROMA IL PROGETTO ‘DAILY LIFE’

Si chiama “Daily Life” ed è un progetto di autorappresentazione. L’immagine dell’Africa vista con gli occhi dell’Africa stessa. Le fotografie di Lindeka Qampi saranno protagoniste, a partire dal 22 giugno 2010, del Fifa Fan Fest,  nella magnifica location di Piazza di Siena. L’evento, organizzato dal Centro Di Sarro e dalla Erdmann Contemporary insieme con l’Ambasciata della Repubblica del Sudafrica a Roma, propone il lavoro della fotografa sudafricana, conosciuta oltre i confini della sua nazione, proprio per il talento e il cuore che mette in ogni suo scatto. La donna vive a Città del Capo, nella township di Khayellitsha, un enorme sobborgo in cui abitano oltre un milione di persone.

Nelle immagini di Lindeka Qampi  aree formali e baraccopoli, ma anche gesti e sguardi in cui si mischiano miseria, gioia di vivere e grande dignità: tutto è racchiuso nei suoi scatti che raccolgono i tratti più salienti del vivere quotidiano, in un contesto ancora povero, ma con abitudini e tradizioni fortemente radicate. La selezione scelta per l’occasione ritrae la passione della comunità nera per il  gioco del calcio.

I promotori del progetto “Day Life” venderanno le foto di Qampi e invieranno il ricavato completo alla stessa artista, per permetterle di continuare il proprio lavoro. Con questi fondi, infatti, il suo progetto di autorappresentazione potrà proseguire. La stessa artista, ha raccontato: “Dopo il diploma, per tutta la vita ho venduto vestiti, proprio come faceva mia madre. Ho cominciato a fare fotografie solo pochi anni fa. Ho iniziato fotografando la mia famiglia. Poi andavo ai matrimoni, anche se non ero invitata, e a volte la gente era sorpresa, vedendo che facevo fotografie e non sapendo chi fossi. Facevo questo per imparare”.