SOUTH/NORTH RETURN o riproducibilità e tecnica dell’idea di identità culturale – IL CENTRO DI SARRO TORNA ALLA CAPE TOWN ART FAIR CON I GIOVANI DEL PROGETTO ARP

15-18 febbraio 2018  Cultural Platforms – stand F6

ICTAF Convention Centre, Cape Town, Sudafrica

 

La mostra si propone di indagare le diverse possibilità, sia materiali che immateriali, di un’idea molto complessa: l’identità al tempo del Millennio. A cura di Alessandra Atti Di Sarro, ARP – Art Residency Project Director. Il progetto ARP offre all’ICTAF una mostra di quattro giovani artisti che hanno viaggiato tra l’Italia e il Sudafrica per indagare il significato della nozione di identità. I sudafricani sono appena rientrati dal periodo di residenza a Roma e gli italiani iniziano la loro esperienza a Città del Capo proprio con la Fiera. Ciò che si propone è una fruttuosa collaborazione tra giovani artisti che vivono in un Sud e Nord “geografici”, ma in un mondo misto e globale. Quindi, la domanda è: qual è il significato di identità se supera il rapporto geografico e si basa la propria espressione solo sulle emozioni? Questo è oggi il vero problema riteniamo, in tutto il mondo. Elena Giustozzi osserva paesaggi piccoli e finiti per trovare nella sua pittura a olio l’essenza di ciò che spesso manca alla nostra visione e Caterina Silva crea con le sue tele immagini aperte disponibili all’interpretazione dell’osservatore, conseguenza di un processo di decostruzione del linguaggio e lavora con i colori come in una danza performativa come anche Skumbuzo Vabaza fa con i suoi ritratti a spray che raccontano il posto che gli umani hanno nell’ambiente. Paesaggi che sono una foresta intrigante nella visione della realtà di Jordan Sweke, che sembra disegnare quella vita in cui spesso ci sentiamo persi. Il grande lavoro collaborativo di Jordan e Skumbuzo è infine un riassunto di ciò che hanno realizzato durante la recente residenza a Roma, osservando i volti e la natura che li circonda, dando spazio alla domanda su quale sia la nostra identità, creature naturali o urbane.

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UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELL’ARTE E DELLE PERIFERIE: Conclusa la residenza ARP a Roma di SKUBALISTO E JORDAN SWEKE

L’arte pubblica è diventata negli ultimi anni non solo una forma alternativa di espressione, ma anche un vero e proprio palcoscenico con il quale gli artisti si confrontano e dialogano. Non si parla più di conflitto fra un’opera che è per definizione donata alla collettività e un’opera che nasce per essere venduta alle regole del mercato: gli artisti sempre più spesso si muovono disinvoltamente fra queste due opzioni, fino a pochi anni fa considerate in antitesi. Roma offre diversi esempi di arte pubblica: dal fantastico intervento di William Kentridge Triumphs&Laments sul Lungotevere sotto Ponte Sisto, al progetto SanBa che ha disegnato le case popolari di San Basilio secondo un preciso progetto di riqualificazione urbana, alla galleria spontanea a cielo aperto che sta fiorendo a Corviale sopra il mercato sotto sequestro ai piedi del Serpentone, per arrivare agli interventi nelle realtà occupate come la casa studenti del Tufello gestita dagli attivisti di Astra. ARP ha compiuto un percorso alla scoperta di queste realtà insieme agli artisti sudafricani Skubalisto e Jordan Sweke partecipanti alla residenza a Roma che si è conclusa il 15 dicembre 2017.

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Entrambi gli artisti scelti quest’anno dal progetto ARP-Art residency Project (realizzato dal Centro Luigi Di Sarro con il contributo del MAECI e con la collaborazione di Everard Read/CIRCA e RainbowMediaNPO) hanno un interesse per l’indagine della realtà urbana, sia essa gentrificazione delle aree periferiche o riqualificazione pianificata dalle politiche sociali e abitative, o finanche fertile terreno di committenza artistica pubblica. La loro indagine sulla realtà romana si è dunque spesso rivolta a quelle aree che potevano proporre feconde ispirazioni. Parallelamente quindi allo studio che ha portato alla realizzazione della mostra REALTA’ IMMAGINARIE/IMAGINING REALITIES che si è tenuta presso il Centro Luigi Di Sarro (30novembre-14Dicembre 2017), i due artisti hanno voluto scommettere anche sul fronte dell’arte pubblica realizzando alcune opere nelle periferie romane: a Corviale (dove hanno lavorato grazie all’ospitalità di Alessandro Fornaci e dell’Associazione Laborintus e al Prenestino, presso un centro di accoglienza per richiedenti asilo, luogo di alto valore simbolico. Si discute molto in questi anni di cosa fare e come dare senso all’intercultura: l’Arte è uno dei mezzi più universali di linguaggio e di amicizia fra le persone.

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“Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai in una selva oscura… (Dante, La Divina Commedia, Inferno)”, la citazione del massimo poeta italiano non è casuale e assume significato al termine del lungo viaggio di incontri e incroci di percorsi che i due artisti, ospiti della residenza ARP, hanno compiuto nella Capitale. La foresta di Jordan Sweke e i volti dei naufraghi di Skubalisto, raccontano del passato e del presente. L’immediato interesse che entrambi hanno dimostrato per la struttura socio-economica urbana integrato con la loro ricerca artistica ha dato vita ad un dialogo molto profondo nella loro pratica e con gli abitanti della città. Dialogo che si è realizzato con l’opera finale a due mani eseguita a Corviale.

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REALTA’ IMMAGINARIE – SKUBALISTO and JORDAN SWEKE – 30 novembre/14 dicembre 2017

 

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Da Cape Town a Roma grazie ad ARP-Art Residency Project, il programma bilaterale di residenze per giovani artisti tra Italia e Sudafrica, realizzato con il contributo del MAECI e con la collaborazione della Galleria Everard Read/CIRCA (Cape Town-Johannesburg-Londra) mette in mostra il lavoro di Jordan Sweke (1991) e Skumbuzo Vabaza, in arte Skubalisto (1987). Nel corso della residenza svolta a Roma i due artisti hanno osservato la città e le sue periferie. Genti e paesaggi in una realtà immaginaria: un viaggio che esplora con vari mezzi espressivi (pittura, grafica e video) la storia passata e il tempo presente della Caput Mundi. Le opere in mostra sono state prodotte durante le sei settimane di residenza.

Questa VI Edizione di ARP ha selezionato quattro giovani artisti: i due sudafricani, ospitati a Roma, e fra gli italiani Elena Giustozzi (1983) e Caterina Silva (1983) che partiranno il prossimo febbraio per partecipare alle attività del programma che il Centro Di Sarro realizza fra Roma e Cape Town, con la collaborazione anche di Ruth Prowse School of Art e Rainbow Media NPO.

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La narrazione di Skumbuzo è multiforme (arti visive, design, musica e moda), spesso incorpora la figurazione contemporanea, l’iconografia tradizionale e diversi linguaggi urbani che hanno come radice i “graffiti”. Il lavoro di Skumbuzo si propone di azzerare l’esperienza umana per scoprire e svelare i costrutti sociali creati dall’uomo che tendono a creare separazione. Il suo lavoro è un ponte che racconta i simboli del consumismo, dell’industrializzazione, della corruzione, della speranza, della famiglia, del dolore, della razza, della nazionalità e della religione. Il suo background di graffiti e l’influenza della street art si mostrano evidenti nell’uso astratto che fa dei colori e nella tecnica stilizzata della sua pittura.

Jordan invece si muove nell’ambito delle nozioni di paesaggio e ambiente naturale. Esplora astrattamente la Natura – una forza sublime e onnicomprensiva. Più specificamente, esplora la relazione che attualmente esiste tra umanità e natura e i modi in cui questa relazione potrebbe essere ricostituita. La sua produzione principale è da ricercarsi nei grandi dipinti a olio, ma in un contesto concettuale più affinato, l’obiettivo giunge anche attraverso la creazione di fotografie, sculture, lavori video, grafica e installazioni.

Entrambi questi giovani creativi vivono e lavorano a Cape Town e sono stati selezionati per svolgere insieme la residenza ARP 2017/2018 con il progetto REALTÀ IMMAGINARIE. In mostra una bi-personale e un lavoro comune risultante dalla conversazione tra i due artisti. Al Centro Luigi Di Sarro, i ritratti di Skumbuzo (in vari mixed media) e i paesaggi di Jordan (disegni monocromatici, dipinti su tela e video) sono installati vicini in modo da sottolineare la volontà di dialogo.

Il rapporto tra le persone e i loro ambienti è uno dei temi principali della mostra. REALTÀ IMMAGINARIE intende affrontare le nozioni di “realtà” di ogni persona – come vedono il mondo e, al contrario, ciò che passa inosservato attorno a tutti noi. Skumbuzo e Jordan in un continuo dialogo, fra loro e con la città, illustrano e immaginano ciò che sta accadendo alle persone, confrontandosi così con coraggio con temi di grande attualità: “emarginazione e povertà in cui vivono molti invisibili abitanti di Roma”. Si tratta di approfondire la relazione che si crea fra uno straniero e il paesaggio della Capitale e permette di affrontare un tema scomodo come quello dell’ “l’impatto sociale degli immigrati con le realtà che si celano dietro l’immagine idealizzata di ciò che le persone vedono e vivono”.

I due artisti si sono formati all’interno delle strutture creative che pulsano intorno a loro a Città del Capo, ed entrambi hanno un forte interesse per le periferie urbane, i luoghi della “classe operaia”. L’esperienza ARP a Roma è servita loro per aprire una conversazione sulle genti di Roma, i loro “paesaggi” e la città stessa. Anche se entrambi gli artisti riconoscono che si tratta di una analisi sociale dal punto di vista di un estraneo, la loro analisi li ha portati a individuare “punti di somiglianze sociali e culturali tra Roma e Città del Capo, le medesime istanze sulle quali stavano indagando a Città del Capo”. Riflessione che si concretizzerà nella realizzazione di alcune opere di arte pubblica nella periferia romana dove Skumbuzo e Jordan, si propongono di reimmaginare la realtà.

Oltre a dire la loro sui temi sociali, gli artisti hanno voluto anche esprimersi sulla questione della dicotomia natura e urbanizzazione: il tipo di relazione che le persone a Roma hanno con i loro ambienti naturali e la Natura stessa. Gli artisti hanno osservato che “ci sono resti di artefatti umani nella natura”, che “la natura sopravvive in spazi fortemente costruiti, come se ci fosse un conflitto tra natura e città, e tra persone e natura”. Così gli artisti concludono: “Roma è come una madre dal seno grande che nutre l’intera Italia. Tutta l’Italia è a Roma, non solo Romani. Si può quasi sentire Roma che lotta sotto la pressione”. REALTA’ IMMAGINARIE, indaga anche su tutto questo mettendo in mostra qual è il mondo riesaminato e immaginato dal discorso sinergico di Skumbuzo e Jordan.

Emma Vandermerwe – Senior Curator Everard Read/CIRCA Cape Town

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ARP – Art Residency Project ITALY/SOUTH AFRICA VI EDIZIONE: Elena Giustozzi, Caterina Silva, Jordan Sweke e Skubalisto sono i 4 giovani artisti vincitori della residenza ARP

ARP-ART RESIDENCY PROJECT, il programma del Centro Di Sarro, dedicato ai giovani artisti, è realizzato con il contributo del MAECI e con la collaborazione di Everard Read/CIRCA Gallery. Si svolge fra Roma e Cape Town con l’obiettivo di promuovere e sostenere il talento artistico emergente in Italia e all’estero e rientra in una più ampia rete di azioni che il Centro di Documentazione della Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro svolge attraverso scambi culturali bilaterali nel campo delle arti visive e multimediali.

ARP si propone di favorire la mobilità e la conoscenza di nuove realtà culturali attraverso la sperimentazione di materiali, tecniche e linguaggi nell’ambito dell’arte contemporanea. Le residenze offrono l’occasione di nuove esperienze creative e di formazione tecnica e professionale, di un confronto umano e artistico, dello studio della storia sociale, politica e culturale del paese ospitante.

    da sin: Caterina Silva, Jordan Sweke, Skumbuzo Vabaza, Elena Giustozzi

Chi sono i 4 giovani vincitori della VI Edizione fra Italia e Sudafrica 2017/18:

ELENA GIUSTOZZI è nata a Civitanova Marche (Macerata, Italy) nel 1983.
Dopo la maturità scientifica ha frequentato l’ Accademia di Belle Arti di Macerata dove nel 2008/2009 ha conseguito la laurea di primo livello in Decorazione. Nel 2011/2012 ha concluso il corso di studi specialistico in Pittura. Dal 2013 è cultore della materia di: Tecniche Pittoriche (triennio), Tecniche e Tecnologie delle Arti Visive Contemporanee (triennio) e Laboratorio di Tecniche e Tecnologie per la Pittura (biennio) presso l’ABA di Macerata. E’ stata selezionata con il progetto Little Finite Landscapes. Prospettive differenti di paesaggi. “Cosa guardiamo? Cosa ascoltiamo? La strada che si apre di fronte a noi, il rumore dei nostri passi. Le mie passeggiate in giardino raccontano il tempo che scorre, le stagioni che si susseguono, nuove, ma sempre uguali, la terra che cambia, si trasforma, si deforma per poi tornare a somigliarsi in ogni sua variazione. In queste camminate fotografo e registro senza attenzione una gran quantità di scorci“.    www.elenagiustozzi.com

CATERINA SILVA (Roma, Italy, 1983) esplora le connessioni tra linguaggio e potere, assumendo spesso una posizione silenziosa e prelinguistica attraverso cui eludere le strutture canoniche di produzione di senso. Studia scultura a Londra (Camberwell College of Arts), filosofia e scenografia a Roma (La Sapienza, Ied). Il suo lavoro spazia dalla pittura alla performance. “Considero la mia pratica pittorica una lotta con il linguaggio e i suoi sistemi di classificazione. Uso la pittura per sondare le parti opache della mente, quello che non è possibile altrimenti spiegare a parole. Genero immagini aperte, disponibili all’interpretazione dell’osservatore, traduzione intuitiva di un processo di decostruzione delle mie sovrastrutture interne sviluppato attraverso la materia stessa della pittura e la sua traduzione in esperimenti coreografici e performativi“.       www.caterinasilva.com

JORDAN SWEKE è nato nel 1991 a Johannesburg, Sudafrica. Vive e lavora a Cape Town dove si è laureato nel 2014 alla Michaelis School of Fine Art, UCT  conseguendo anche la specializzazione in pittura. Nel suo lavoro esplora e riflette sulla percezione dello spazio nella natura con l’obiettivo di “creare un connessione tra la visione matematica e l’astratto, tra la geometria e la biologia“. Lavorando con grande interesse alle possibilità operate dai visual media tra cui fotografia, video, land art e installazioni urbane, senza mai tralasciare la pittura ad olio su tela, Sweke cattura e individua per ciascuno mezzo l’accento tattile degli elementi materiali del suo ambiente naturale. La percezione che ne risulta fa sì che i suoi lavori trasgrediscano di continuo gli usuali concetti di ambiente e servano a sfidarli.      www.jordansweke.com

SKUMBUZO VABAZA, conosciuto come “Skubalisto” vive e lavora a  Cape Town, Sudafrica.  E’ nato ad Harare, Zimbabwe, (1987) dove i suoi genitori hanno vissuto in esilio, sua madre studiava medicina e suo padre era un attivista dell’ANC. Da quando è rientrato a vivere in Sudafrica è stato impegnato a riscoprire il paesaggio e il suo rapporto con il suo stesso paese attraverso la visone di un’artista. I suoi mezzi espressivi variano tra pittura spray, acrilico, pastelli ad olio, carboncino e inchiostro: Skubalisto è un pittore a tutto tondo, che principalmente lavora su ritratti in uno stile espressionista contemporaneo, che sfocia a seconda dei casi nel muralismo, o in opere dipinte su tavole di legno o grandi tele. “Non sono un writer, la pittura è la mia arma. E l’opera di un artista lo rappresenta a prescindere dal mezzo utilizzato”.         skubalisto.tumblr.com

Il Documentario di ARP V Edizione a CORTOLOVERE con un site specific di VALENTINA COLELLA a cura di EMANUELE MESCHINI

Opening martedì 19 settembre, ore 16,30 – Chiesa di Santa Chiara, Lovere (BG)

 

Una conversazione sull’arte, un confronto a due voci, a tratti intimo a tratti ironico. È il documentario prodotto nell’ambito della V edizione di Arp – Art Residency Project, il programma di residenze per giovani artisti del Centro Luigi Di Sarro di Roma realizzato con il contributo del MAECI-Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con la partecipazione di Everard Read/CIRCA Cape Town e Rainbow Media NPO.
Nelle attività di ARP Italy/South Africa 2015-2017 sono stati coinvolti 6 giovani: i due artisti selezionati per partecipare alle residenze, due assistenti curatori che li hanno affiancati e due filmmakers che hanno realizzato il documentario: Angelica Farinelli, che ha filmato e organizzato il materiale, e Giorgio Cristiano, che ha montato i 25 minuti che raccontano, attraverso la testimonianza di Valentina Colella e Zwelethu Machepha, che cosa è ARP.

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Alla 20° edizione del Festival Internazionale del cortometraggio di “cortoLovere” (Lovere, BG), si presenta il Doc, ma anche LE POSSIBILITÀ DI UN VOLO, un site specific che mette alla prova, come extra step del percorso, Valentina Colella e Emanuele Meschini, che da assistente curatore ha seguito il lavoro di Machepa a Roma, concludendo nel migliore dei modi il dialogo fra i partecipanti al progetto.
“ARP non è solo un programma di viaggio e di formazione, abbiamo l’ambizione che sia un’opportunità di crescita umana e professionale, fatta di capacità di confronto e di relazione, di scoperta e consolidamento della propria creatività”, spiega Alessandra Atti Di Sarro, Direttore artistico di ARP e vicepresidente del Centro Di Sarro, che lo ha ideato.

La mostra rimarrà aperta durante tutta la durata del Festival, dal 19 settembre fino al 23 settembre con i seguenti orari: 16:30 – 20:30 presso la Chiesa di Santa Chiara, via S. Maria, Lovere, Bergamo. Visite scolastiche solo su prenotazione.

SELEZIONI VI EDIZIONE ARP-ART RESIDENCY PROJECT ITALIA-SUDAFRICA 2017-2018

La VI Edizione del programma di scambio di residenze tra Italia e Sudafrica ARP-Art Residency Project offre a giovani artisti attivi nelle arti visive un periodo di sei settimane di residenza a Roma o a Cape Town durante la quale realizzare un progetto di lavoro finalizzato ad una mostra. Lo scambio culturale, promosso dal Centro Luigi Di Sarro di Roma e dalla Everard Read/CIRCA Gallery di Cape Town, gode di un contributo del MAECI, Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Il progetto ARP si svolgerà nel periodo novembre-dicembre 2017 a Roma, in Italia (fase 1) e febbraio-marzo 2018 a Cape Town, in Sudafrica (fase 2).
Saranno selezionati, sulla base delle proposte di lavoro presentate, 2 giovani artisti (cittadini italiani e con 35 anni non compiuti) che dall’Italia si recheranno in Sudafrica e 2 giovani artisti (cittadini sudafricani e con 35 anni non compiuti) che dal Sudafrica si recheranno in Italia.
La selezione è operata, ad insindacabile giudizio, dal Centro Luigi Di Sarro e dalla galleria Everard Read/CIRCA Cape Town.
Ai vincitori della selezione sarà garantito viaggio, alloggio (sistemazione in condivisione) e un contributo formativo di Euro500,00 ciascuno, da utilizzare durante il periodo di residenza.
La partecipazione ad ARP prevede che gli artisti selezionati per la residenza interagiscano con la realtà artistica e sociale locale con cui verranno in contatto, sulla base di un programma di attività, messo a punto e coordinato dal Direttore del progetto, che avrà la responsabilità della cura dell’intero programma.
La residenza si concluderà con una mostra negli spazi espositivi del Centro Luigi Di Sarro e della galleria Everard Read/CIRCA, che garantiranno organizzazione, allestimento e attività di comunicazione e promozione. I materiali di lavoro e quanto altro si renda necessario a rendere possibile la produzione e l’allestimento rimane a carico dei singoli artisti.
Ciascun artista selezionato destinerà un’opera alla collezione del Centro Luigi Di Sarro e due opere alla galleria Everard Read/CIRCA.
Durante lo svolgimento dell’intero progetto saranno realizzate fotografie e riprese video necessarie alla puntuale documentazione e comunicazione delle attività di ARP: gli artisti autorizzano sin dal momento della presentazione della domanda di partecipazione la divulgazione del proprio nome e del proprio progetto ai fini di promozione dell’attività del programma di scambio culturale ARP.
La domanda di partecipazione per la fase 2 (residenza di 2 artisti italiani a Cape Town, Sudafrica) prevede:
– Progetto di lavoro artistico finalizzato alla realizzazione di una mostra, completo di proposta teorica argomentata e immagini fotografiche a bassa risoluzione delle opere o link a video, redatta in italiano e in inglese.
CV in formato europeo in italiano e in inglese
Biografia artistica in italiano e in inglese
Fotocopia di un documento di identità valido

info@centroluigidisarro.it

LEARNING CAPE TOWN – VALENTINA COLELLA – ARP 2017

Con la personale LEARNING CAPE TOWN si conclude la residenza dell’artista italiana Valentina Colella, selezionata per ARP-Art Residency Project V Edizione. Il progetto realizzato dal Centro Luigi Di Sarro di Roma insieme con la Everard Read/CIRCA Cape Town, è partito nel 2009 e ha coinvolto diverse importanti gallerie e 13 artisti. Questa quinta edizione, gode di un contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e nel biennio 2015-2017 ha incrementato le proprie attività con la partecipazione di giovani cultori e studenti di materie artistiche alle residenze a Roma e a Cape Town dei due vincitori della selezione Valentina Colella per l’Italia e Zwelethu Machepha per il Sudafrica. Attorno ai due artisti protagonisti dello scambio hanno lavorato grazie ai contributi formativi assegnati dal progetto ARP giovani curatori, storici dell’arte, photo-videomakers, oltreche’ studenti di diverse discipline coinvolti in incontri e workshops. Per questa attività ritenuta di grande interesse culturale, formativo e sociale, il progetto ARP è stato quest’anno invitato a partecipare alla Cape Town Art Fair nella sezione dedicata alle Cultural Platforms accanto alle più importanti organizzazioni no profit sudafricane. Nell’ambito di questo progetto, che ha beneficiato fin dal suo inizio di un convinto ed entusiastico sostegno da parte del Consolato Italiano a Cape Town, sono stati due gli eventi conclusivi:

Giovedì 16 marzo si è inaugurata presso Everard Read/CIRCA Gallery la mostra di Valentina Colella “Learning Cape Town”, pittura, scultura, fotografia e video- installazione per celebrare la conclusione della residenza nella Città Madre sudafricana per la 32enne artista italiana di Introdacqua, piccolo paese montano dell’ Appennino abruzzese. Qui di seguito le immagini.

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Sabato 25 marzo a Philippi, presso lo TSOGA COMMUNITY CENTRE di Samora Machel si è svolto l'”INKCUBEKO YETHU ART EVENT”. Novità introdotta per la prima volta in questa edizione, è stata una festa di strada dedicata all’arte emergente e giovane cha ha concluso il biennio 2015-2017 di ARP con musica di vari gruppi, laboratori artistici per i bambini e finger food preparato dalle Mamas. La giornata, organizzata da RAINBOWMEDIA NPO e dal collettivo di giovani UBUNTUBETHU, che anima anche la radio comunitaria IQFM, ha avuto come ospiti d’onore i due artisti di ARP Colella e Machepha (che hanno realizzato un’opera site specific interattiva con il pubblico) e ha presentato negli spazi dello Tsoga Community Centre una mostra delle opere selezionate in seguito al bando destinato ad artisti U35 che vivono e lavorano in Sudafrica. Al vincitore, decretato da una giuria di esperti, è stato assegnato un premio in denaro personalmente consegnato dal Console d’Italia, Alfonso Tagliaferri.

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FOOTPRINTS – VALENTINA COLELLA – Everard Read/CIRCA Johannesburg

Mostra/Evento a cura del Centro Luigi Di Sarro, presentata dall’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria in collaborazione con Rainbowmedia. Sponsor: HIP-Hellenic Italian Portuguese Alliance – Italian Section e Associazione Abruzzo Sudafrica.
Giovedì 9 marzo, Everard Read/CIRCA Gallery, Rosebank, Johannesburg.
Un sogno visionario, iperconnesso e contemporaneo. La mostra/evento dal titolo FOOTPRINTS di VALENTINA COLELLA si inserisce a latere come una tappa del più ampio ‘Progetto ARP – Art Residency Project 2015-2017’, del Centro Luigi Di Sarro di Roma, che prevede tra febbraio e marzo 2017 la residenza dell’artista a Cape Town.

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La mostra si compone di tre parti: la prima incentrata sull’Abruzzo, terra di origine di Valentina Colella, presenta un video del 2015 girato a Campo Imperatore; la seconda propone un lavoro multimediale in cui il percorso che va dal suo paese, Introdacqua vicino Sulmona, su in montagna fino a un rifugio che domina la Valle Peligna viene traslato sulla mappa dello stesso paese con la rilevazione di alcuni punti topici, che corrispondono a posti fondamentali per gli abitanti del luogo. Ognuno di questi punti viene affiancato da foto con le indicazioni della longitudine e della latitudine per permettere alle persone di localizzare i luoghi con il GPS. La terza ed ultima parte vede in mostra opere pittoriche realizzate su tela e su carta e una seconda installazione video che riassume con ironia il senso di disagio che l’artista prova di fronte al caos digitale della nostra vita quotidiana. Un percorso che indaga quindi le radici e i sogni, espressi questi ultimi attraverso la pittura delle 9 opere con gli studi delle forme essenziali della terra, del cielo e del volo tra i due spazi.

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Valentina Colella è un’artista concettuale che si esprime utilizzando diversi mezzi espressivi, tra cui pittura, disegno, installazioni, video, fotografie. Dopo gli studi, intraprende un percorso di approfondimento di scenari che rimandano ad un concetto di opposizione esaltati nei vari passaggi dal reale al digitale. Trae ispirazione dalla natura e dal territorio che la circonda. E il territorio è quello d’Abruzzo, così bello e selvaggio ma così martoriato e devastato ultimamente da movimenti tellurici ed inusuali eventi atmosferici.