LA FOTOGRAFIA SPERIMENTALE DI LUIGI DI SARRO a cura di Carlotta Sylos Calò in mostra per le Passeggiate Fotografiche Romane promosse dal MIBACT. 

L’esposizione proseguirà fino al 30 gennaio 2018, ed apre ufficialmente il circuito nazionale e internazionale di promozione dell’opera di Luigi Di Sarro nel Quarantennale dalla scomparsa. E’ possibile prenotare telefonicamente o via email una visita guidata per gruppi alla mostra e all’Archivio Storico che conserva e diffonde l’opera di Luigi Di Sarro.

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Nel quarantennale della morte di Luigi Di Sarro, il Centro per la ricerca artistica contemporanea a lui intitolato ne celebra la memoria con una serie di mostre dedicate al suo lavoro, a cominciare da La fotografia sperimentale di Luigi Di Sarro, incentrata sulla produzione fotografica dell’artista dal 1968 al 1976 e arricchita da un approfondimento sul disegno e la scultura.

Fin dagli anni Sessanta Luigi Di Sarro lavora con tecniche e linguaggi diversi: il disegno, la pittura, la grafica, la scultura e la fotografia. Proprio quest’ultima diventa, a partire dalla fine del decennio, uno dei mezzi elettivi per sviluppare tematiche già fortemente legate al suo lavoro. Secondo un approccio aperto, già applicato ad altre tecniche, la fotografia diviene un modo per osservare la realtà, creare nuove forme e punti di vista, anche ‘giocando’ con il mezzo fotografico, sia nella fase di ripresa che in quella di sviluppo e stampa. Nella sua ricerca, infatti, l’artista non coinvolge solo l’immagine ma il suo processo costitutivo: allestisce dei set nel suo studio per effettuare riprese particolari, e spesso, dopo aver stampato nella camera oscura, interviene ancora, ritagliando le stampe, creando maquette e collage che poi rifotografa. Protagonista di molte delle immagini dell’’ampio corpus fotografico prodotto da Di Sarro tra il 1968 e il 1976 è lo stesso artista che spesso si mette in scena per misurare analiticamente il funzionamento di alcuni fenomeni quali il movimento, il segno, il colore e la luce.

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NEL LINK IL PROGRAMMA DETTAGLIATO DEI CINQUE PERCORSI:

Il 15, 16 e 17 dicembre 2017 Roma celebra la fotografia.

 

 

REALTA’ IMMAGINARIE – SKUBALISTO and JORDAN SWEKE – 30 novembre/14 dicembre 2017

 

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Da Cape Town a Roma grazie ad ARP-Art Residency Project, il programma bilaterale di residenze per giovani artisti tra Italia e Sudafrica, realizzato con il contributo del MAECI e con la collaborazione della Galleria Everard Read/CIRCA (Cape Town-Johannesburg-Londra) mette in mostra il lavoro di Jordan Sweke (1991) e Skumbuzo Vabaza, in arte Skubalisto (1987). Nel corso della residenza svolta a Roma i due artisti hanno osservato la città e le sue periferie. Genti e paesaggi in una realtà immaginaria: un viaggio che esplora con vari mezzi espressivi (pittura, grafica e video) la storia passata e il tempo presente della Caput Mundi. Le opere in mostra sono state prodotte durante le sei settimane di residenza.

Questa VI Edizione di ARP ha selezionato quattro giovani artisti: i due sudafricani, ospitati a Roma, e fra gli italiani Elena Giustozzi (1983) e Caterina Silva (1983) che partiranno il prossimo febbraio per partecipare alle attività del programma che il Centro Di Sarro realizza fra Roma e Cape Town, con la collaborazione anche di Ruth Prowse School of Art e Rainbow Media NPO.

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La narrazione di Skumbuzo è multiforme (arti visive, design, musica e moda), spesso incorpora la figurazione contemporanea, l’iconografia tradizionale e diversi linguaggi urbani che hanno come radice i “graffiti”. Il lavoro di Skumbuzo si propone di azzerare l’esperienza umana per scoprire e svelare i costrutti sociali creati dall’uomo che tendono a creare separazione. Il suo lavoro è un ponte che racconta i simboli del consumismo, dell’industrializzazione, della corruzione, della speranza, della famiglia, del dolore, della razza, della nazionalità e della religione. Il suo background di graffiti e l’influenza della street art si mostrano evidenti nell’uso astratto che fa dei colori e nella tecnica stilizzata della sua pittura.

Jordan invece si muove nell’ambito delle nozioni di paesaggio e ambiente naturale. Esplora astrattamente la Natura – una forza sublime e onnicomprensiva. Più specificamente, esplora la relazione che attualmente esiste tra umanità e natura e i modi in cui questa relazione potrebbe essere ricostituita. La sua produzione principale è da ricercarsi nei grandi dipinti a olio, ma in un contesto concettuale più affinato, l’obiettivo giunge anche attraverso la creazione di fotografie, sculture, lavori video, grafica e installazioni.

Entrambi questi giovani creativi vivono e lavorano a Cape Town e sono stati selezionati per svolgere insieme la residenza ARP 2017/2018 con il progetto REALTÀ IMMAGINARIE. In mostra una bi-personale e un lavoro comune risultante dalla conversazione tra i due artisti. Al Centro Luigi Di Sarro, i ritratti di Skumbuzo (in vari mixed media) e i paesaggi di Jordan (disegni monocromatici, dipinti su tela e video) sono installati vicini in modo da sottolineare la volontà di dialogo.

Il rapporto tra le persone e i loro ambienti è uno dei temi principali della mostra. REALTÀ IMMAGINARIE intende affrontare le nozioni di “realtà” di ogni persona – come vedono il mondo e, al contrario, ciò che passa inosservato attorno a tutti noi. Skumbuzo e Jordan in un continuo dialogo, fra loro e con la città, illustrano e immaginano ciò che sta accadendo alle persone, confrontandosi così con coraggio con temi di grande attualità: “emarginazione e povertà in cui vivono molti invisibili abitanti di Roma”. Si tratta di approfondire la relazione che si crea fra uno straniero e il paesaggio della Capitale e permette di affrontare un tema scomodo come quello dell’ “l’impatto sociale degli immigrati con le realtà che si celano dietro l’immagine idealizzata di ciò che le persone vedono e vivono”.

I due artisti si sono formati all’interno delle strutture creative che pulsano intorno a loro a Città del Capo, ed entrambi hanno un forte interesse per le periferie urbane, i luoghi della “classe operaia”. L’esperienza ARP a Roma è servita loro per aprire una conversazione sulle genti di Roma, i loro “paesaggi” e la città stessa. Anche se entrambi gli artisti riconoscono che si tratta di una analisi sociale dal punto di vista di un estraneo, la loro analisi li ha portati a individuare “punti di somiglianze sociali e culturali tra Roma e Città del Capo, le medesime istanze sulle quali stavano indagando a Città del Capo”. Riflessione che si concretizzerà nella realizzazione di alcune opere di arte pubblica nella periferia romana dove Skumbuzo e Jordan, si propongono di reimmaginare la realtà.

Oltre a dire la loro sui temi sociali, gli artisti hanno voluto anche esprimersi sulla questione della dicotomia natura e urbanizzazione: il tipo di relazione che le persone a Roma hanno con i loro ambienti naturali e la Natura stessa. Gli artisti hanno osservato che “ci sono resti di artefatti umani nella natura”, che “la natura sopravvive in spazi fortemente costruiti, come se ci fosse un conflitto tra natura e città, e tra persone e natura”. Così gli artisti concludono: “Roma è come una madre dal seno grande che nutre l’intera Italia. Tutta l’Italia è a Roma, non solo Romani. Si può quasi sentire Roma che lotta sotto la pressione”. REALTA’ IMMAGINARIE, indaga anche su tutto questo mettendo in mostra qual è il mondo riesaminato e immaginato dal discorso sinergico di Skumbuzo e Jordan.

Emma Vandermerwe – Senior Curator Everard Read/CIRCA Cape Town

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THE SERIALIST n.1 – con Mia D. Suppiej, Valentina Nascimben, Stefan Nestoroski, Mauro Piccinini, Luca Resta e Davor Suker – a cura di Giulia Lopalco e Emanuele Meschini

10-31 Ottobre 2017

Inaugurazione: martedi 10 ottobre 2017 dalle 18.00 alle 21.00

Il progetto The Serialist, ideato e curato da Giulia Lopalco e Emanuele Rinaldo Meschini, è un ciclo di mostre che propone di indagare il rapporto tra creatività artistica e il fenomeno delle serie televisive e web. Cominciando negli ultimi anni a uscire dalla considerazione di mero prodotto di intrattenimento, le serie stanno diventando oggetto di attenzione e analisi crescente in quanto fenomeno socio-culturale complesso e spazio di elaborazione della nuova mitologia della società contemporanea.

Il primo appuntamento espositivo si concentra su Baywatch (1989-2001) serie televisiva cult degli anni novanta e presenta nuovi lavori di sei giovani artisti italiani e internazionali: Mia D. Suppiej, Valentina Nascimben, Stefan Nestoroski, Mauro Piccinini, Luca Resta e Davor Suker.

La mostra aderisce alla Tredicesima Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani

DITTICO – Casciello/Vollaro – a cura di Massimo Bignardi dal 7 al 30 giugno 2017

L’esposizione propone, come due piccoli impaginati ‘monografici’, i lavori recenti di due artisti che, a distanza di circa trentacinque anni, tornano ad esporre al Centro Luigi Di Sarro.

In mostra, unitamente alle sculture in ferro di Angelo Casciello, alle immaginifiche ‘costruzioni’ in rame di Luigi Vollaro e alcuni disegni, opere eseguite in questi ultimi anni, figurano due lavori dei primi anni ottanta che segnalano, idealmente, il punto d’inizio di un dialogo e di un rapporto che gli artisti hanno instaurato, sin dagli anni di formazione.
«Dittico riassume il senso di un rapporto che, dai primi anni ottanta, tiene viva l’amicizia con Angelo Casciello e Luigi Vollaro. Il nostro è stato ed è un dialogo, un confronto costante – rileva Massimo Bignardi – che va oltre le occasioni dettate da mostre o da impegni professionali. Non è stato e non è fare ‘squadra’, bensì voler dare risposta alla necessità di lavorare in comune, di tessere una prospettiva etica ben più ampia.[…] Nelle recenti esperienze di Casciello il segno che tiene insieme sia gli impaginati pittorici, sia le ‘architetture’ plastiche, si propone con maggiore evidenza quale gesto che esplicita la vitalità di un ininterrotto dialogo con la natura. È un gesto che afferma il legame di identità con il proprio luogo di esistenza, con i tempi delle sue narrazioni. Il Mediterraneo, la Grecia, il Vesuvio con la sua storia e il suo mito, sono ‘figure’ che affiorano oggi con maggiore forza: è un grido carico di energia e, al tempo stesso, di una feconda umanità. […] Per Vollaro la forma, che ricava da sottili lastre di rame, è carica di una energia originaria: dalle piccole sculture realizzate nel corso del 2016 filtrano, infatti, i tratti di architetture nelle quali l’artista colloca forme organiche, poste, però, nel registro di una configurazione plastica d’immagine. Vollaro non tenta abbreviazioni formali o ‘astrattismi’ o riscatti ‘figurali’: opera con estrema ondivaga libertà immaginativa, senza mai perdere il contatto con ‘le mani’».

MARGINALIA. Il pensiero figurato di Magdalo Mussio – a cura di Paola Ballesi

Il Centro studi Luigi Di Sarro presenta a Roma il volume Marginalia. Il pensiero figurato di Magdalo Mussio edito da Quodlibet, a cura di Paola Ballesi, che ricostruisce la complessa vicenda di Magdalo Mussio grazie al contributo di numerosi studiosi ed esperti, e alle testimonianze di quanti hanno incrociato l’attività creativa e il percorso di ricerca della sua vita.

Accompagna la presentazione del libro una selezione di opere dell’artista che rimarranno in mostra dal 9 al 31 maggio.

Il Comune di Recanati, in collaborazione con il Centro di Documentazione della Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro di Roma e con l’Associazione Spazio Cultura di Recanati, ha reso omaggio a Magdalo Mussio – a dieci anni dalla morte – con la retrospettiva Magdalo Mussio. Marginalia, a cura di Paola Ballesi, tenutasi a Villa Colloredo Mels lo scorso ottobre-novembre.

Magdalo Mussio (Volterra 1925 – Civitanova Marche 2006) si forma in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Firenze e nel disegno d’animazione in Canada, con Norman McLaren. Dall’incontro tra la “grafica animata” e le arti visive nasce l’interesse per la relazione tra scrittura e figurazione, che segna tutto il suo percorso artistico. Dopo l’esordio nel 1955, con una mostra presentata da Giuseppe Ungaretti, nei primi anni Sessanta diventa redattore capo di “Marcatré”, rivista legata al Gruppo ‘63. Protagonista dell’avanguardia verbovisiva, investe la sua vena creativa in opere grafiche e pittoriche, libri d’artista, film d’animazione e scenografie. Nei primi anni Settanta si trasferisce nelle Marche, dove affianca l’attività di responsabile editoriale della Nuova Foglio all’insegnamento di Tecniche dell’Incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata. La sua lunga carriera è ricca di numerosi riconoscimenti e importanti esposizioni da New York a Tokyo, Montreal, Sidney, Parigi, Milano, Roma, Genova e molte altre città. “I poemi visivi” di Magdalo Mussio – come li chiama Gillo Dorfles – sono esposti al Finch Museum di New York (“Italian Visual Poetry”), al Centre Pompidou di Parigi (“Identitè Italienne: l’Art en Italie depuis 1959”) e in altre prestigiose gallerie italiane.

LEARNING CAPE TOWN – VALENTINA COLELLA – ARP 2017

Con la personale LEARNING CAPE TOWN si conclude la residenza dell’artista italiana Valentina Colella, selezionata per ARP-Art Residency Project V Edizione. Il progetto realizzato dal Centro Luigi Di Sarro di Roma insieme con la Everard Read/CIRCA Cape Town, è partito nel 2009 e ha coinvolto diverse importanti gallerie e 13 artisti. Questa quinta edizione, gode di un contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e nel biennio 2015-2017 ha incrementato le proprie attività con la partecipazione di giovani cultori e studenti di materie artistiche alle residenze a Roma e a Cape Town dei due vincitori della selezione Valentina Colella per l’Italia e Zwelethu Machepha per il Sudafrica. Attorno ai due artisti protagonisti dello scambio hanno lavorato grazie ai contributi formativi assegnati dal progetto ARP giovani curatori, storici dell’arte, photo-videomakers, oltreche’ studenti di diverse discipline coinvolti in incontri e workshops. Per questa attività ritenuta di grande interesse culturale, formativo e sociale, il progetto ARP è stato quest’anno invitato a partecipare alla Cape Town Art Fair nella sezione dedicata alle Cultural Platforms accanto alle più importanti organizzazioni no profit sudafricane. Nell’ambito di questo progetto, che ha beneficiato fin dal suo inizio di un convinto ed entusiastico sostegno da parte del Consolato Italiano a Cape Town, sono stati due gli eventi conclusivi:

Giovedì 16 marzo si è inaugurata presso Everard Read/CIRCA Gallery la mostra di Valentina Colella “Learning Cape Town”, pittura, scultura, fotografia e video- installazione per celebrare la conclusione della residenza nella Città Madre sudafricana per la 32enne artista italiana di Introdacqua, piccolo paese montano dell’ Appennino abruzzese. Qui di seguito le immagini.

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Sabato 25 marzo a Philippi, presso lo TSOGA COMMUNITY CENTRE di Samora Machel si è svolto l'”INKCUBEKO YETHU ART EVENT”. Novità introdotta per la prima volta in questa edizione, è stata una festa di strada dedicata all’arte emergente e giovane cha ha concluso il biennio 2015-2017 di ARP con musica di vari gruppi, laboratori artistici per i bambini e finger food preparato dalle Mamas. La giornata, organizzata da RAINBOWMEDIA NPO e dal collettivo di giovani UBUNTUBETHU, che anima anche la radio comunitaria IQFM, ha avuto come ospiti d’onore i due artisti di ARP Colella e Machepha (che hanno realizzato un’opera site specific interattiva con il pubblico) e ha presentato negli spazi dello Tsoga Community Centre una mostra delle opere selezionate in seguito al bando destinato ad artisti U35 che vivono e lavorano in Sudafrica. Al vincitore, decretato da una giuria di esperti, è stato assegnato un premio in denaro personalmente consegnato dal Console d’Italia, Alfonso Tagliaferri.

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FOOTPRINTS – VALENTINA COLELLA – Everard Read/CIRCA Johannesburg

Mostra/Evento a cura del Centro Luigi Di Sarro, presentata dall’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria in collaborazione con Rainbowmedia. Sponsor: HIP-Hellenic Italian Portuguese Alliance – Italian Section e Associazione Abruzzo Sudafrica.
Giovedì 9 marzo, Everard Read/CIRCA Gallery, Rosebank, Johannesburg.
Un sogno visionario, iperconnesso e contemporaneo. La mostra/evento dal titolo FOOTPRINTS di VALENTINA COLELLA si inserisce a latere come una tappa del più ampio ‘Progetto ARP – Art Residency Project 2015-2017’, del Centro Luigi Di Sarro di Roma, che prevede tra febbraio e marzo 2017 la residenza dell’artista a Cape Town.

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La mostra si compone di tre parti: la prima incentrata sull’Abruzzo, terra di origine di Valentina Colella, presenta un video del 2015 girato a Campo Imperatore; la seconda propone un lavoro multimediale in cui il percorso che va dal suo paese, Introdacqua vicino Sulmona, su in montagna fino a un rifugio che domina la Valle Peligna viene traslato sulla mappa dello stesso paese con la rilevazione di alcuni punti topici, che corrispondono a posti fondamentali per gli abitanti del luogo. Ognuno di questi punti viene affiancato da foto con le indicazioni della longitudine e della latitudine per permettere alle persone di localizzare i luoghi con il GPS. La terza ed ultima parte vede in mostra opere pittoriche realizzate su tela e su carta e una seconda installazione video che riassume con ironia il senso di disagio che l’artista prova di fronte al caos digitale della nostra vita quotidiana. Un percorso che indaga quindi le radici e i sogni, espressi questi ultimi attraverso la pittura delle 9 opere con gli studi delle forme essenziali della terra, del cielo e del volo tra i due spazi.

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Valentina Colella è un’artista concettuale che si esprime utilizzando diversi mezzi espressivi, tra cui pittura, disegno, installazioni, video, fotografie. Dopo gli studi, intraprende un percorso di approfondimento di scenari che rimandano ad un concetto di opposizione esaltati nei vari passaggi dal reale al digitale. Trae ispirazione dalla natura e dal territorio che la circonda. E il territorio è quello d’Abruzzo, così bello e selvaggio ma così martoriato e devastato ultimamente da movimenti tellurici ed inusuali eventi atmosferici.